Segnali di disgelo tra Italia e Germania dall’incontro avvenuto ieri a Roma tra il ministro degli Esteri tedesco, Frank Walter Steinmeier, e la sua omologa Emma Bonino. Al centro dei colloqui le priorità della presidenza italiana dell’Ue, durante il secondo semestre di quest’anno, e i rapporti Ue-Russia e Ue-Ucraina. Per il professor Gian Enrico Rusconi, professore di Scienze politiche all’Università di Torino, “ci sono diversi segnali che l’atteggiamento della Germania sta cambiando, e il motivo principale è che alle elezioni europee del prossimo maggio teme di trovarsi un Parlamento di Strasburgo ostile nei suoi confronti”.
Professor Rusconi, come legge la visita di Steinmeier nel quadro dei rapporti tra Italia e Germania?
La Bonino ha espresso parole di approvazione per l’orientamento che si sta affermando in Germania sul fatto di impegnare di più l’Esercito nelle missioni internazionali. Non è una cosa da poco, perché la Germania da questo punto di vista è sempre stata molto cauta. La Bonino ha inoltre criticato gli italiani che si comportano in modo “meschino” verso la Germania. Lo ho colto come il segno di un clima tra i due Paesi che sta cambiando in meglio.
Come valuta la presa di posizione di Steinmeier a favore della liberazione dei marò?
Anche questo è un aspetto interessante, che nasce dal fatto che la Germania vuole darsi un profilo europeo che finora ha sempre eluso. Steinmeier prende quindi posizione a favore di una conclusione positiva della vicenda dei marò, come una forma di compensazione a livello di immagine generale rispetto a questioni più sostanziali come la politica economica.
Al di là del modo in cui si tradurrà, che cosa c’è all’origine del cambiamento di tono nei rapporti tra Italia e Germania?
Ciò che teme la Germania è che il Parlamento europeo dal prossimo maggio abbia una forte componente anti-euro e anti-Europa, in quanto ciò equivarrebbe a un Parlamento anti-tedesco. Per la Germania sul piano psicologico sarebbe drammatico. Ciò che temono di più a Berlino è che il nuovo Parlamento di Strasburgo attui una politica che contraddica la sua politica nazionale. Sarebbe la fine del mito dell’Europa come l’hanno pensata finora i tedeschi.
Dopo le elezioni europee, la posizione tedesca si attenuerà ulteriormente o tornerà come prima?
Molto dipende da quale sarà il risultato delle elezioni europee. E’ probabile che Forza Italia avrà un atteggiamento estremamente equivoco, e non oserà fare sue le posizioni di Grillo o delle Lega nord. Mai elezioni europee sono state importanti come quelle del prossimo maggio. La Germania non sta bene quando vede che tutti le sono ostili, è un Paese che vuole essere apprezzato e amato a livello europeo. L’idea dei tedeschi sempre con il muso duro appartiene soltanto alla leggenda.
Questa preoccupazione potrebbe riflettersi in un cambiamento della politica economica europea?
Questo mi sembra un po’ eccessivo, per ora basterebbe che la Germania smettesse di criticare Draghi. Il presidente della Bce dice sempre delle cose sensate, e a volte c’è il sospetto che quella contro di lui sia soltanto una tattica messa in campo dai tedeschi. Draghi sta facendo delle cose essenziali, e spesso gli stessi “Paesi-satelliti” della Germania finiscono per schierarsi con il governatore. Nel frattempo però la Corte costituzionale tedesca ha annunciato un ricorso di fronte alla Corte europea sul programma Omt di Draghi.
Questo non rischia di peggiorare il clima tra Italia e Germania?
Non è così. E’ la prima volta che le istituzioni tedesche si rivolgono all’Europa, in quanto di solito la Corte tedesca decide in modo autonomo. Il fatto che abbia deciso di rivolgersi a Strasburgo può volere dire due cose: o che va a battere i pugni oppure che tenta un’opera di mediazione rispetto al forte clima di tensione nei confronti della Germania. C’è una serie di indizi di un mutamento di atteggiamento da entrambe le parti, anche se bisognerà vedere se ciò si tradurrà in effettivi cambiamenti sostanziali.
(Pietro Vernizzi)