NEW YORK – Quando un pennacchio di fumo denso si alza su New York City, i peggiori ricordi vengono a galla. Non sembra proprio che questa volta si tratti di terrorismo, non si sa ancora bene cosa sia successo, ma un’enorme esplosione ha fatto crollare due palazzi squassando Harlem e scuotendo nel corpo e nello spirito tutta la città.
Siamo a Manhattan e il fumo, in una giornata già grigia di suo, volteggia su Central Park e avvolge la parte alta, nord, di quest’isola. Tutte le stazioni televisive trasmettono in diretta dal luogo dell’esplosione dove si sono immediatamente precipitate avuta la notizia. Siamo alla 116th Street e Park Avenue, lato East di Manhattan, opposto a dove c’è la Columbia University, che è a West.
Erano circa le 9.30 quando l’esplosione è avvenuta. Tre minuti dopo, all’arrivo dei primi soccorritori, i due edifici erano scomparsi. Macerie, fuoco, fumo acre, polvere, e grande senso di smarrimento. Ci sono centinaia di “firefighters“, vigili del fuoco, all’opera. Ci sono focolai da spegnere e macerie da rimuovere mentre si cerca di capire chi potesse esserci in quei quindici appartamenti che non ci sono più. Al momento – sono le 1.30pm qui a New York – si parla di due morti e numerosi feriti, una trentina. Ma questo numero continua a salire. E sale anche il numero di edifici limitrofi più o meno pesantemente scossi dall’esplosione e forse strutturalmente danneggiati. E c’è fumo, tanto fumo, e anche quello è pericoloso, bisognerebbe starne alla larga.
Il Sindaco De Blasio, assieme al Commissioner dei vigili e ad altre autorità locali, ha appena concluso la sua press conference. Una di quelle press conferences in cui non si può dire granché, non c’è da dire granchè perché poco si sa e molto si spera. Si spera che coloro che ancora mancano all’appello non siano sotto le macerie. L’unica cosa emersa è che alle 9.13am, ConEdison, la compagnia del “gas” di New York City, ha ricevuto una telefonata nella quale qualcuno appariva preoccupato per il forte odore di gas che sentiva dalla strada. Una “gas leak“, una fuga di gas. Sembra la spiegazione più sensata. Una fuga di gas micidiale, che non ha lasciato tempo per far nulla.
Ci sarà da lavorare prima di tornare alla normalità. Questa città è un intrico di strade, sopra e sottoterra, una metropoli superaffollata, supertrafficata, e questo squarcio nel cuore di Harlem complica tutto anche a chi magari non sa ancora cosa sia successo. Le strade, la subway …tutto per aria.
Ma prima o poi (più prima che poi, perché gli americani sanno lavorare in fretta) si tornerà alla normalità. Tutti torneranno alla normalità, eccetto quelli che non torneranno proprio perchè la vita l’hanno persa.
Presto sapremo come, ma solo Dio sa il perché.