Si accendono le discussioni in Iraq a proposito di un controverso progetto di legge che permetterebbe a uomini adulti di sposare bambine anche di poco più di 8 anni di età. Hana Adwar, attivista irachena per i diritti umani, parla di legge che rappresenta un crimine contro l’umanità e l’infanzia: costringere i minori a sposarsi provoca danni e sofferenze fisiche e psicologiche. Al momento la legge irachena indica nei 18 anni l’età minima per sposarsi senza il consenso dei genitori, mentre è permesso sposare ragazze di 15 anni ma solo con l’approvazione dei genitori. Dietro il contestato progetto di legge, l’ispirazione alla scuola religiosa di indirizzo sciita guidata da Jaafar al-Sadiqm sesto imman sciita. Il disegno di legge proposto dal ministro della giustizia lo scorso anno è stato approvato dal consiglio dei ministri. Nel progetto di legge non è specificata alcuna età per sposarsi, mentre negli articoli dove si parla di divorzio la ragazza deve aver raggiunto l’età di 9 anni. Si meziona poi che la ragazza deve aver raggiunto la pubertà. Facendo i calcoli secondo il calendario islamico, l’età consentita per sposare una bambina sarebbe dunque di 8 anni e 8 mesi. Solo i genitori possono dire di no a un matrimonio di questo tipo.