Controversa sentenza che certamente farà discutere. Un uomo, ex infermiere, arrestato perché incoraggiava persone con problemi a suicidarsi e quindi li filmava tramite webcam, era stato condannato a poco meno di un anno di carcere, 360 giorni. L’uomo, William Melchert-Dinkel, 51 anni, contattava persone con problemi su internet su siti dove si discuteva appunto di suicidio, li incoraggiava ad uccidersi e li filmava tramite webcam mentre compivano il tragico gesto. Era stato condannato per favoreggiamento al suicidio e condannato a 360 giorni di carcere. Adesso una nuova sentenza ha stabilito che non deve essere condannato perché, si legge nelle motivazioni, se dare assistenza al suicidio è contro la legge, incoraggiare a farlo non lo è. Nel contestualizzare la sua difesa, gli avvocati difensori dell’uomo, arrestato nel Minnesota, sostengono che la legge sul suicidio assistito in quello stato sia troppo ampia: “La formulazione della legge criminalizza chiunque intenzionalmente consiglia, incoraggia, o aiuta un altro a togliere la vita, ma il signor Melchert-Dinkel sostiene che questo limita il suo diritto alla libertà di parola, come sancito negli Stati Uniti dal Primo Emendamento”. La morale: secondo la corte che ha scagionato l’uomo, vietare di incoraggiare al suicidio è anti costituzionale, dunque si può fare.