Una notizia che sta provocando una ondata di shock nel Regno Unito: almeno 15.500 resti di bambini abortiti in modo spontaneo o voluto sarebbero stati usati per il sistema di riscaldamento di almeno due ospedali inglesi. La notizia è stata riportata dal quotidiano The Telegraph, che denuncia una investigazione in atto, mentre la notizia è stata data nel corso di un programma apposito anche dalla BBC. Uno dei due ospedali sarebbe l’Addenbrooke, dove 797 feti al di sotto delle tredici settimane di gestazione sarebbero stati immessi nelle fornaci dell’impianto che genera il riscaldamento dell’ospedale stesso. Alle madri veniva detto che i resti dei bambini venivano cremati. Già nel 2006 l’ospedale aveva ammesso di aver bruciato i resti di bambini abortiti nell’inceneritore della spazzatura insieme a siringhe e altro oggetti da buttare. L’ospedale di Ipswitch invece avrebbe bruciato i resti di 1100 bambini nel periodo che va dal 2011 al 2013, resti che venivano portati qui da altri ospedali. Anche questi feti erano usati per generare il riscaldamento dell’istituto sanitario. In Inghilterra la commissione Human Tissue Authority permette che i feti abortiti fino alla 24esima settimana vengano inceneriti ma non certo usati per gli impianti di riscaldamento, ma secondo una procedura etica e umanitaria e comunque ogni singolo caso deve essere preso in esame per giudicare se la procedura sia appropriata secondo circostanze individuali. Alla luce delle investigazioni in corso nei due ospedali citati, il governo inglese ha chiesto un immediato chiarimento delle regole di comportamento per quanto riguarda la cremazione dei feti in tutto il paese e chiesto la sospensione delle pratiche stesse di cremazione.