Un numero spropositato di condanne a morte: sono 529 le persone che un tribunale egiziano ha condannato alla pena capitale, con l’accusa di aver ucciso un poliziotto, distrutto proprietà private e causato incidenti durante il colpo di stato militare. Si tratta di sostenitori del presidente deposto Morsi e fanno parte di un gruppo di più di 1200 di loro, attualmente in carcere, tra cui diversi leader dei Fratelli musulmani. Adesso i 529 condannati possono ricorrere in appello con la speranza che la condanna a morte venga tramutata in detenzione. In Egitto l’ultima parola su una sentenza spetta al Gran Mufti, figura giuridica islamica ma secolare. E’ comunque un dato di fatto che in Egitto le condanne a morte vengono eseguite in pochissimi e rari casi. Secondo il portavoce in esilio dei Fratelli musulmani a Londra, questa sentenza dimostrerebbe che l’Egitto è ormai una dittatura. C’è confusione sulla sorte della guida generale dei Fratelli musulmani, recentemente messi fuori legge in quanto definiti organizzazione terroristica, Mohammed Badie: secondo alcuni sarebbe tra i condannati a morte, ma secondo altri non è ancora stato giudicato ed eventualmente condannato.