E’ il risultato positivo del Fronte Nazionale di Marine Le Pen la vera sorpresa delle elezioni comunali in Francia. Il 4,65% del partito di destra equivale a una vittoria, se si pensa che si era presentato solo in 597 Comuni su 36mila, e che in molti casi ha superato la soglia del 10%. L’Ump ottiene il 46,54%, mentre la sinistra crolla al 37,74% trascinata verso il basso dalla scarsa popolarità di Francoise Hollande. Per Marc Semo, giornalista francese di Liberàtion, “il successo di Marine Le Pen non è solo la conseguenza di un voto di protesta in una tornata elettorale segnata anche dall’alta astensione. Il merito di Marine le Pen è stato quello di essersi lasciata alle spalle i temi più razzisti e xenofobi, costruendo un programma che si basa sull’idea di nazione tipica dell’Ump e su quella di giustizia sociale più propriamente di sinistra”.
Qual è il significato politico dei risultati alle elezioni francesi?
Da un lato c’è un’astensione molto elevata tra gli elettori socialisti. Dall’altra il Fronte Nazionale è premiato sia da un voto di protesta sia da un voto di adesione. Il programma del partito di Marine Le Pen ha subito una decisa evoluzione rispetto ad alcuni anni fa, in quanto è meno apertamente razzista e xenofobo e si configura in una chiave più sociale. Dopo avere rubato l’idea di nazione alla destra, adesso il Fronte Nazionale ha anche preso a prestito l’idea di protezione sociale dalla sinistra.
Come valuta invece il 46,5% ottenuto dall’Ump?
L’Ump recupera alcune municipalità tra cui una dal valore simbolico come Marsiglia. Dopo 15 anni di “regno” di Jean-Claude Gaudin dell’Ump, la sinistra si è fatta scappare di mano l’occasione per ribaltare la situazione. Il centrodestra complessivamente ne esce piuttosto bene, anche se non così bene come poteva sperare. Il fatto però decisivo è che in numerose città il Fronte Nazionale ha ottenuto più del 10% superando la soglia di sbarramento. Proprio per la presenza “ingombrante” dei sostenitori di Le Pen, l’Ump rischia di perdere alcune città come Strasburgo che altrimenti avrebbe sicuramente conquistato.
Come interpreta invece il risultato di Parigi, con Ump e Partito Socialista quasi a pari merito?
Intanto bisogna tenere conto del fatto che il sistema francese non prevede l’elezione diretta del sindaco, in quanto a deciderla sono i sindaci di arrondissement. In particolare il voto di Parigi è una sconfitta personale pesante la candidata socialista Anne Hidalgo. Il sistema di voto per arrondissement alla fine probabilmente consentirà però alla sinistra di conservare Parigi.
Quali fattori hanno influenzato la partita di Parigi finora?
In primo luogo, la Hidalgo è del tutto priva di carisma, mentre il candidato dell’Ump, Nathalie Kosciusko-Morizet, ex portavoce di Sarkozy, è una personalità forte, originale, stimolante, con tutte le carte in regola per conquistare il voto dei cosiddetti “bobo”, i giovani borghesi liberali e moderni.
Che cosa si aspetta dal ballottaggio a livello nazionale?
Questo si vedrà, anche se la grande incognita del secondo turno è quanti degli elettori che si sono astenuti andranno a votare al secondo turno. La maggior parte dei commentatori francesi è però convinta che si ripeteranno gli alti livelli di astensionismo del primo turno.
Come si spiega l’ostilità della stampa francese nei confronti della Kosciusko-Morizet?
Non direi che la stampa francese sia stata ostile nei suoi confronti. La Kosciusko-Morizet ha compiuto un certo numero di gaffe, per esempio ha affermato che prendere la metropolitana è un’esperienza meravigliosa. E’ logico che la stampa in quelle occasioni l’abbia criticata, ma d’altra parte non mi sembra che il candidato dell’Ump sia stato particolarmente maltrattato. Il vero problema è stata però la vecchia destra parigina ancora legata a Chirac che odia la Kosciusko-Morizet e ha fatto di tutto per sabotarla.
(Pietro Vernizzi)