“Sta alla Russia agire in modo responsabile dimostrandosi disponibile a rispettare le norme internazionali: se non lo farà dovrà aspettarsi costi ulteriori”. Le parole sono di Barack Obama, intervenuto in conferenza stampa a margine del summit internazionale sulla sicurezza nucleare circa gli sviluppi della crisi in Ucraina. Dopo l’esclusione dal G8, il presidente americano ha annunciato che se Mosca continuerà a mostrare i muscoli verrà colpita da sanzioni energetiche, finanziarie e commerciali. Ma per Giulietto Chiesa – ex inviato a Mosca per l’Unità e La Stampa, oltre che per diversi tg nazionali, fondatore nel 2010 del movimento politico-culturale Alternativa – è l’Occidente a tirare la corda: è andata a calpestare l’erba del giardino altrui, facendo saltare gli assetti geopolitici europei (e non solo) e mettendo a rischio la sicurezza del Vecchio Continente.



Obama a muso duro: “Se la Russia va avanti, ci saranno conseguenze”, come la possibile adozione di sanzioni energetiche, finanziarie e commerciali.

È una minaccia reale: gli Stati Uniti hanno modo di influire, anche pesantemente, sulla situazione economica-finanziaria russa. Tuttavia, credo che abbia ragione Putin quando dice che, poi, ci sarà un prezzo da pagare. La Russia può reggere, ha alternative e ha un forte credito nei confronti dell’Ucraina (2 miliardi di dollari): agirà con le leve a disposizione. Non so chi ne uscirà “vincitore”, ma il fatto chiarissimo è che l’Occidente, dalla caduta del muro di Berlino e dalla fine dell’Unione Sovietica, si trova per la prima volta di fronte un interlocutore non più disposto ad accettare le sue regole. E questo è uno smacco.



La Russia è stata esclusa dal G8, da oggi G7. È una mossa che avrà effetti concreti?

Onestamente non credo che il G8 fosse il vero luogo della decisione; da due o tre anni il vero punto di riferimento per la consultazione internazionale è il G20. Certo, fino a che il G8 veniva considerato il cenacolo ristretto dell’Occidente, il fatto che la Russia ne fosse membro, dava e conferiva un certo prestigio a Putin. Nello stesso tempo, però, era un’arma a doppio taglio visto che l’Occidente non è ben visto in Russia, meno che mai dopo le attuali vicende ucraine. Tutto sommato l’uscita dal G8 contribuirà semplicemente ad allontanare la Russia dal percorso fin qui dettato a livello internazione.



Con quali conseguenze?

Potrebbero essere dure. L’unico vantaggio collettivo che il G8 rappresentava era che vi potessero essere, al suo interno, delle consultazioni-cuscini per attenuare i conflitti. Adesso i rapporti, senza mediazioni, si faranno più aspri.

Non è quindi così sbagliato parlare di nuova Guerra Fredda?

Mi pare che siamo molto vicini a un ritorno della Guerra Fredda. In questo stesso momento vi sono numerosi segnali di analogia: il blocco occidentale si compatta isolando la Russia. La differenza (gigantesca) rispetto alla cold war del passato è che oggi c’è di mezzo la Cina, che cambia completamente gli assetti mondiali. C’è una tripartizione di forze e in questo quadro la Cina rende molto meno potente la capacità dell’Occidente di premere sulla Russia.

 

Nell’ottica di questa vecchia-nuova contrapposizione tra blocchi, qual è il ruolo della Nato? Il Patto di Varsavia si sciolse, la Nato no…

Quando ci fu la caduta del muro di Berlino e la Russia di Gorbacëv ritirò le sue truppe dalla Germania, le fu promesso che non vi sarebbe stato nessun allargamento della Nato. E invece, una volta sciolto il Patto di Varsavia, la Nato – oltre a essere rimasta in vita – ha continuato a estendersi, circondando pian piano la Russia, manifestando, diciamolo chiaramente, una volontà aggressiva. Questo se lo dimenticano tutti, ma è molto importante; ora gli equilibri della sicurezza europea sono stati completamente spezzati. La conquista dell’Ucraina da parte dell’Occidente ha cambiato totalmente gli assetti geopolitici: gli effetti li misureremo presto. In merito… 

 

Prego.

Chiariamo bene una cosa. Chi ha invaso l’Ucraina? Tutti i giornali italiani e occidentali continuano a ripetere, sistematicamente, che la Russa ha invaso l’Ucraina. Niente di più falso. La Russia ha semplicemente replicato all’occupazione del Paese da parte dell’Occidente. Questo è quello che è avvenuto. Oltre alla questione della Crimea, c’è il problema – non da poco – dei 10 milioni di russi che vivono in terra ucraina. In tutto questo, poi, i missili della Nato verranno posizionati 300 km più a Nord di dove erano prima.

 

C’è dunque in gioco la sicurezza europea?

Sì, e stiano attenti gli occidentali perché se pensano che la Russia accetti questo fatto come irreversibile e non evitabile si sbagliano, e di grosso. Putin prenderà le opportune misure di sicurezza. Bisognerà ridiscutere completamente l’intera fisionomia della sicurezza europea. I casi sono due…

 

Quali?

Se la cosa principale è misurare l’avversario, chi non è capace di farlo o è un incompetente o è un irresponsabile. L’Europa si è comportata da irresponsabile: ha cambiato le regole e adesso deve rimettere insieme, se possibile, i cocci di quello che ha rotto. E dico l’Europa, non certo la Russia che, dal canto suo, ha subito una sconfitta: si è presa la Crimea, ma ha perduto i gasdotti dell’Ucraina (che portano il gas russo nel Vecchio Continente).

 

Obama dice che Kiev non deve scegliere fra Est e Ovest. Obiettivo della Nato è portarla sotto la propria sfera d’influenza?

Ma l’Ucraina, sostanzialmente, è già membro della Nato. L’Europa guida il governo di Kiev come un cagnolino. Siamo alla fine di marzo: entro la fine del 2014 entrerà ufficialmente. Le cose stanno così. La Russia si è legittimamente presa un pezzo (piccolissimo) dell’Ucraina perché i russi hanno paura di quello che può accadere. In Crimea, Putin ha colto l’occasione di toglierli dalla tutela di un governo che al suo interno ha tre ministri nazisti, con una polizia nazista. Io, al posto loro, sarei molto preoccupato.

 

Nella testa di Putin che progetti ci sono?

Putin non ha in mente nessuna invasione militare di nessun Paese dell’ex Unione Sovietica. È alla guida di una grande potenza nucleare che ha la forza per potere dire la sua. Se si va a punzecchiarlo nel suo cortile di casa è normale che si ribelli, ringhiando.

 

Come commenta l’intercettazione di Julija Tymošenko, in cui l’ex primo ministro ucraino dice che bisogna prendere le armi in mano per andare a far fuori i russi, insieme con il loro capo?

È una cosa che dovrebbe preoccupare – e molto – Barack Obama. Se la signora Tymošenko si augura che i russi in Ucraina vengano liquidati con l’arma atomica e che la Russia venga trasformata in una terra senza vita, è sbagliato forse parlare di dichiarazione di guerra? Poi si dice di Putin…. E se la Tymošenko diventasse presidente dell’Ucraina? Io inviterei tutti a stare molto, molto attenti a quello che sta facendo l’Europa in questo momento: l’Occidente si sta preparando alla guerra.

 

(Fabio Franchini)

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