Sono i primi colpi d’arma da fuoco che sono stati sparati da quando è cominciata l’invasione della Crimea, ormai del tutto completata senza spargimenti di sangue. Almeno fino a questo momento. Stamane infatti si è registrato il primo incidente. Circa trecento soldati ucraini disarmati si sono messi in marcia verso la base aerea di Belbek in Crimea, occupata come ogni altra installazione dall’esercito russo. Volevano poter riprendere il loro posto di lavoro, hanno detto, ma i soldati russi di guardia li hanno avvistati di non avvicinarsi sparando anche diversi colpi di avvertimento in aria avvertendo che avrebbero sparato a loro se avessero continuato ad avvicinarsi. L’incidente si sarebbe chiuso così, ma è evidente segnale dello stato di confusione che regna attualmente in Crimea, dove qualunque atto potrebbe portare a conseguenze inimmaginabili. Intanto Putin ha dato ordine di sospendere le esercitazioni militari cominciate ieri ai confini orientali dell’Ucraina che avevano ulteriormente alzato la tensione. Sempre Putin ha rigettato tutte le accuse nei suoi confronti alzate in questi giorni dal mondo occidentale, dicendo che in Ucraina c’è stato un colpo di stato che ha deposto il legittimo presidente Yanukovich e che una eventuale decisione di usare forze armate in Ucraina sarà legittima in quanto i soldati russi sono stati richiesti proprio da Yanukovich. Ha poi fatto sapere di non essere preoccupato del boicottaggio annunciato del G8 che si deve tenere a Sochi: se non vogliono venire, ha detto, non vengano.