Ha annunciato che si candiderà alle prossime elezioni ucraine che decideranno il nuovo leader del paese. Yulia Tymoshenko lo ha fatto all’improvviso dopo che sembrava essere ormai una figura del passato. Ma chi è veramente questa donna? Simbolo della resistenza al potere russo per alcuni, pasionaria martire gettata per anni in carcere, oligarca arricchita in modo disonesto per altri. L’editore Sandro Teti, prima dell’accelerazione che ha portato alla rivoluzione ucraina, ha pubblicato un libro intitolato Yulia Tymoschenko: la conquista dell’Ucraina, che indaga la personalità di una donna dal fascino e dall’intelligenza unici, ma che ha saputo essere, al contempo, cinica e spietata. Un libro dedicato non esclusivamente a lei, ma anche alla formazione dell’oligarchia in Ucraina.Teti ha vissuto molta parte della sua vita in quella che si chiamava Unione Sovietica e ancora adesso passa molto tempo tra Bielorussia, Azerbaijan, Gerogia e anche Ucraina dove alterna l’attività di editore a quella di consulente per alcune imprese italiane. Risponde oggi alle nostre domande, proponendo anche un suo giudizio su quanto accade oggi in Russia.



Teti, perché ha deciso di pubblicare un libro su Yulia Tymoschenko in tempi peraltro non sospetti, prima che tornasse alla vita politica?

Yulia Tymoschenko è un personaggio veramente unico, di grande fascino, di rara intelligenza e versatilità ma anche di cinismo e spietatezza grandi. Certe vicende a lei legate sono state trattate in Italia e in Occidente in modo molto approssimativo per non dire fasullo, così con questo libro mi è venuta voglia di mettere i puntini sulle i.



Non ritiene però che il processo che l’ha mandata in carcere per anni fosse per così dire poco trasparente?

Assolutamente no, ma devo fare una premessa. Il mio libro non è dedicato solo a lei, ma a come si si è formata l’oligarchia ucraina. Non è infatti la sola multimiliardaria. Ci sono altri personaggi ricchissimi. Ho descritto la genesi di queste grandi ricchezze, costruite in due modi.

Quali?

In modo illegale o apertamente criminale. La Tymoschenko ha accumulato ricchezze fin dal periodo sovietico, quando ci fu la perestrojka che diede la possibilità di aprire cooperative di vario tipo. Lei lo fece subito, aprendo con intelligenza uno di quelli che si chiamavano in Russia i videosaloni. Dentro, con rudimentali mastodontici televisori sovietici c’erano video registratori giapponesi che tutto il giorno mostravano film e documentari pornografici, con salottini per dieci persone che pagavano per vedere, e così ha cominciato a mettere via i primi capitali.



Non proprio una attività esemplare…

In seguito ha conosciuto Viktor Jušcenko, un personaggio che aveva grande influenza nell’Ucraina orientale e che poi è diventato primo ministro. Insieme a lui si è aggiudicata il monopolio del gas acquistato in Russia e in parte in Turkemenistan, rivenendolo in Ucraina, a cinque volte il prezzo acquistato, alle fabbriche e alle miniere nell’area dove lei è cresciuta, la zona russofona.

Ha quindi cominciato la sua carriera politica.

Già, con tecniche degne di passare alla storia della sociologia e della tecnica politica.

 

Cioè?

La Tymoschenko non è neanche una vera ucraina, anche se è nata in Ucraina. È figlia di un armeno e in parte ebrea. È nata con capelli scuri e occhi scuri, quindi è diventata bionda con la tipica pettinatura a treccine della tradizione ucraina, ha imparato benissimo la lingua ucraina e si è auto nominata portavoce del nazionalismo ucraino. E mentre si dava alla politica diventando primo ministro manteneva i suoi lauti guadagni di vario tipo.

 

Perché è stata condannata?

Non se lo chiede mai nessuno, ma il motivo è semplice: per aver creato un danno enorme economico al paese.

 

Ci spieghi.

La signora, dopo aver ricoperto varie cariche da ministro, è diventata primo ministro e come primo ministro è andata dal nemico Putin per negoziare il prezzo del gas. È tornata aumentandolo del 70% e poi ha creato una società di intermediazione a Vienna di cui possedeva molte quote. Poi sono saltati fuori milioni di dollari in conti in diversi paradisi fiscali. In carcere viveva in una sorta di suite a cinque stelle appositamente costruita all’interno di un ospedale dove riceveva anche politici stranieri, ad esempio dell’Unione europea. 

 

Si è sempre detto che in carcere fosse tenuta non proprio in un regime di grande comodità, si è anche ammalata.

Questo è quello che diceva lei, di trovarsi in una situazione di grave pericolo e ammalata. Una persona inferma che appena liberata è finita in piazza e adesso scorrazza tra le capitali europee. Un personaggio spregiudicato e simulatore. 

 

Adesso si candida alle elezioni, che chance ha di vincere?

Yulia Timoschenko ha una quantità di denaro enorme per sostenere una campagna elettorale importante, però viene percepita non dico dagli squadristi dell’ultima ora della rivoluzione ucraina, ma anche dalle persone in buona fede che gremivano le piazze di Kiev, come un qualcosa del passato. I giovani, soprattutto, la vedono come un personaggio del passato. Quando c’è stata la sua liberazione pochissimi erano i cartelli che inneggiavano a lei. È molto meno popolare di un tempo, l’estrema destra radicale non la sostiene, bisogna vedere un certo elettorato prevalentemente femminile e di pensionati che l’ha sempre votata se la sosterrà ancora. 

 

Qual è il suo giudizio su quanto sta facendo Putin, dall’invasione della Crimea alla minaccia di occupare altre zone dell’Ucraina a maggioranza russofona?

Intanto in Crimea non c’è stata alcuna invasione, si sono auto-invasi. C’è stato un plebiscito che ha sancito la volontà degli abitanti di ricongiungersi con la Russia perché la Crimea è sempre stata russa fino al 1954 quando Kruscev, che era ucraino, regalò quella terra all’Ucraina in occasione del 300esimo anniversario dell’unione volontaria tra Russia e Ucraina.

 

Cosa pensa delle migliaia di soldati russi ai confini con l’Ucraina?


Gli americani dicono 20mila soldati, gli ucraini rilanciano dicendo che sono 100mila, però cito un editoriale di qualche giorno fa di un grande analista politico russo sicuramente non critico di Putin, ma che ha detto che Putin ha fatto un errore gravissimo.

 

Quale?

Quello di pensare di essere uguale alla Francia, agli Stati Uniti e ai paesi occidentali. Ma non ha capito che ciò che quei paesi possono fare, non lo può fare la Russia.

 

Ci spieghi meglio.

La Francia ogni due mesi manda soldati in Africa, gli Usa hanno le truppe in mezzo mondo. La Kirchner (presidente dell’Argentina, ndr) pochi giorni fa in una conferenza stampa ignorata nei paesi occidentali ha detto come nelle Isole Falkland sia stato fatto un referendum votato da poche centinaia di persone per affermare la volontà di rimanere con il Regno Unito e nessuno ha messo in dubbio questo referendum. Insomma, alcuni paesi sono più uguali degli altri. Questa è la critica mossa a Putin: quello che può fare l’America non lo può fare la Russia, il Kosovo lo insegna, bombardamenti e migliaia di morti mentre in Crimea non è stato sparato un solo colpo.

 

Che cosa pensa possa succedere adesso, allora?

Bisognerebbe dire ai paesi occidentali di non tirare troppo la corda: Putin umiliato e cacciato dal G8, definito un invasore… Ci si ricordi invece di cosa ha detto lo stesso Putin: noi siamo consci di non essere una superpotenza, però sappiate che i pochi investimenti militari che abbia fatto li abbiamo fatti per i missili balistici intercontinentali. La nostra dottrina, ha detto, è quella della risposta simmetrica. Gli Usa ci possono distruggere ma noi possiamo distruggere quattro volte gli Usa e l’Europa. Questa è la realtà.

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