Lo scorso 22 aprile, il senatore Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia, ex ministro della Difesa e già eurodeputato, ha partecipato a Kiev alla conferenza dal titolo “Crisi ucraina e la solidarietà dell’Europa” presso l’Università Nazionale “Kyiv-Mohyla Academy”, con i filosofi Aleksandr Filonenko e Konstantin Sigov. Partendo per l’Ucraina, Mario Mauro aveva affermato di trovare assurdo “che in Italia si parli di uscire dall’Euro e dall’Europa, mentre in Ucraina c’è chi si fa ammazzare per entrare nell’Unione europea; per questo motivo parto per Kiev per lavorare per la pace e la democrazia, come ho sempre fatto nei miei quattordici anni da parlamentare europeo”. A Kiev, Mario Mauro ha anche tenuto una conferenza stampa in cui ha riaffermato le ragioni della sua visita, sottolineando che ciò che è avvenuto e sta avvenendo in Ucraina deve servire di richiamo agli europei per riprendere coscienza della loro storia e del vero significato dell’Europa. “In Ucraina si compie il destino non solo degli ucraini, ma di tutti i popoli europei”, ha detto.



Ha poi aggiunto che la libertà non è gratis, ha un prezzo, e che un popolo che non ha memoria non ha diritto alla libertà. Anche questo fa parte della lezione che ci arriva dall’Ucraina e ha invitato i politici europei a visitare il Paese per vedere la reale situazione, andando oltre ciò che stimola l’interesse mediatico. Occorre stare vicino al popolo ucraino e sostenerne le ragioni per coniugare nella pace gli interessi degli ucraini e anche del popolo russo, ha aggiunto Mauro, perché solo così si potrà tentare di avere una visione che vada oltre l’immediato per disegnare scenari che ora sembrano impossibili.



L’ex ministro ha quindi ribadito che la posizione del governo italiano è la stessa degli altri governi dell’UE e che non potrà esservi nessuna sostanziale apertura alla Russia senza che questa ripristini il diritto internazionale che ha violato. Diritto internazionale che è intenzione dell’Europa ripristinare, ma senza scatenare conflitti. I tentativi di trovare un luogo di dialogo con la Russia, il Consiglio Nato-Russia, sembra andato definitivamente in crisi e, secondo Mauro, la responsabilità è della Russia e del suo senso di accerchiamento che la pone contro la Nato, mentre sono i suoi atteggiamenti che risultano minacciosi per molti dei Paesi vicini.



Più in generale, tutti gli organismi sovrannazionali stanno vivendo un momento di crisi, particolarmente l’Onu, e ciò lascia spazio al protagonismo delle grandi potenze. Mauro ha inoltre denunciato il risorgere di quelle che ha chiamato “filosofie nazionalistiche”, una logica che occorre rompere. Un rapporto più stretto con l’Ue può facilitare il compito e riaccendere la passione per la vita dei popoli. Mauro ha però dichiarato che anche l’Ue deve fare la sua parte e chiarire quali sono le risorse che intende mettere in campo per aiutare l’Ucraina, perché l’aiuto economico è importante anche per vincere la battaglia delle idee.

Nel rispondere alle numerose domande dei giornalisti presenti, Mauro ha ribadito diversi di questi punti, sottolineando la responsabilità dei politici nel raggiungere non compromessi che riducano la libertà e la democrazia in nome del potere, ma compromessi, accordi giusti che partano dalla verità. Su questo punto si è inserita la domanda del professor Filonenko sul legame tra domanda di libertà ed esperienza religiosa. Mauro ha riaffermato che l’esperienza religiosa, la coscienza di dipendere da un Altro, rende veramente liberi, perché non si dipende più dal potere di qualunque tipo esso sia. Per questo ogni dittatura, fascista, nazista o comunista, ha sempre cercato di cancellare questa esperienza. Proprio sul Majdan si è visto il ruolo di pacificazione e unione tra persone diverse che hanno svolto le Chiese presenti in Ucraina.

Rispondendo a una domanda del professor Sigov, Mauro ha ricordato come Giovanni Paolo II invitasse i giovani occidentali a visitare e contattare i giovani dell’Europa dell’Est, allora al di là della Cortina, e come papa Francesco continui più in generale questo pensiero quando invita costantemente ad occuparsi della fragilità dell’uomo, non come battaglia politica, ma per restituire alla persona tutta la sua dignità, che proviene dall’Altro. Il politico deve fare tesoro di questo invito per costruire istituzioni che siano garanti della dignità e della vita delle persone, non che ne diventino padrone. Un ultimo punto toccato da Mauro è quello dell’educazione, fondamentale perché venga costruita una società libera che perduri nel tempo. Educazione ad abbracciare le ragioni dell’altro, anche se non la pensa come me. E qui ritorna il concetto di dialogo e di verità. Intanto nelle regioni orientali dell’Ucraina sono ripresi i combattimenti.