“Nessuno si aspettava un accordo del genere, spuntato dalla sera alla mattina”: così dice la giornalista, scrittrice ed ex parlamentare Fiamma Nirenstein a ilsussidiario.net commentando l’improvviso accordo tra Hamas e Al-Fatah. Un accordo che, data la natura di Hamas, getta ombre lunghe su ogni possibile accordo di pace con Israele che ha già denunciato quanto accaduto: “O Al-Fatah fa la pace con Hamas o la fa con Israele” ha detto il ministro degli esteri di Tel Aviv, lamentando una impossibilità di dialogo futuro. Per Fiamma Nirenstein questo accordo nasce per una sola ragione: le cattive acque e l’isolamento in cui si trova Hamas dopo la caduta dei Fratelli musulmani in Egitto e la cacciata da Damasco, mentre Al-Fatah spera in questo modo di alzare la posta in gioco a favore della Palestina.
L’accordo tra le due organizzazioni palestinesi ha colto tutti di sorpresa: in Israele voi avevate qualche sentore di quanto stava per accadere?
Non se lo aspettava nessuno. Lo stesso ministro degli Esteri israeliano si è lamentato con i servizi segreti chiedendo come è stato possibile che non si avesse avuta alcuna notizia di quanto stava per accadere. Evidentemente c’erano scenari segreti che sono rimasti ignoti a tutti. Ma c’è anche un’altra cosa da dire.
Ci dica.
Le trattative di pace che sono state in corso negli ultimi mesi tra Palestina e Israele, evidentemente da parte palestinese non erano improntate ad alcuna serietà, anzi il fatto che intanto manovravano nel buio per fare l’accordo dimostra quanto alto sia stato il livello di inciviltà da parte loro.
A questo punto però bisogna domandarsi a cosa porterà questo accordo, se in qualche modo significa che Hamas sta per operare una svolta moderata o viceversa, se Al-Fatah va verso la lotta armata.
Al momento io direi nessuna delle due ipotesi.
E dunque? Che previsioni si sente di fare?
Bisogna aver chiaro in mente, anche se spesso in occidente questo sfugge, che Hamas è una organizzazione che nel suo statuto ha scritte due cose precise: la distruzione dello stato di Israele e l’uccisione di tutti gli ebrei. E a mettere in pratica queste due cose ci ha sempre provato. La storia di Hamas è punteggiata da due cose soltanto.
Quali?
La prima è la quantità enorme di attentati contro Israele che hanno portato alla morte di migliaia di civili nei bar, sugli autobus, in mezzo alla strada. L’altro aspetto è la presa di Gaza, conquistata in una lotta all’ultimo sangue proprio contro Al-Fatah con cui adesso ha stretto alleanza. Anche in questa lotta Hamas ha fatto migliaia di morti: si ricorderà dei palestinesi gettati dai tetti dai militanti di Hamas durante la guerra civile del 2006.
Infatti, viene da chiedersi come Al-Fatah abbia potuto riappacificarsi con Hamas dopo anni di scontri sanguinosi.
I motivi sono due. Da una parte Hamas oggi è in crisi cocente, la sconfitta in Egitto dei Fratelli musulmani che sono stati messi fuori legge come organizzazione terroristica li ha profondamente isolati, così come la cacciata dalla loro sede di Damasco da parte di Assad. Hamas oggi è in difficoltà grande, non riesce neanche più a pagare gli stipendi da mesi.
L’altro motivo?
Mahmud Abbas, il presidente dell’autorità palestinese, ha sempre giocato al rialzo nel dialogo con Israele. In una parola, lui vuole tutto alle sue condizioni. Lo ha mostrato nel passato, con autentiche prese di posizione simili al ricatto ad esempio chiedendo di stabilire i confini di Israele ancora prima di cominciare i colloqui, e lo sta tentando di nuovo. L’alleanza con Hamas ha questo significato: o ci concedete tutto quello che chiediamo oppure adesso dovrete fare i conti con la minaccia di Hamas. Ma quando Israele chiede di essere riconosciuto come stato, loro rispondono di no.
Data l’assenza di una decisa politica americana in Medio Oriente come lamentano in molti, Israele compresa, è possibile che i palestinesi stiano cercando di infilarsi in questo vuoto, in questo isolamento di Israele per ottenere vantaggi?
La politica di Obama in Medio Oriente è stata fallimentare da ogni punto di vista. Con l’Egitto ha sbagliato tutto, ad esempio ha supportato i Fratelli musulmani. Con la Siria ha fatto una pessima figura, in Libia ha rovesciato Gheddafi e lasciato che il paese diventasse una terra di nessuno. Peggio di così non poteva fare.
Che scenario prevede, a questo punto, per Israele?
Israele è pronta a fare le concessioni territoriali, certamente non vogliamo che finisca come a Gaza, non possiamo permettere di avere dei confini che consentano di bombardare Gerusalemme o l’aeroporto di Tel Aviv. Ha detto giusto il ministro degli Esteri israeliano: o Al-Fatah fa la pace con Hamas o la fa con noi. Ma, ripeto, Israele finirà per fare concessioni territoriali come ha sempre fatto: nel Sinai, in Libano, a Gaza. Il problema però sono loro, i palestinesi.