Ormai è una guerra dichiarata, visto che gli episodi di linciaggio o uccisioni di delinquenti si moltiplicano in molte città dell’Argentina. Recentemente in una sola giornata si sono registrati sei episodi nei quali autori di furti o assalti sono stati presi da gente comune e linciati. Spesso la polizia è intervenuta per salvare i delinquenti: in uno dei casi è arrivata appena in tempo dato che il ladro stava per essere impiccato. Un segnale davvero inquietante, ma altamente prevedibile in una situazione che da anni si sta sviluppando e che vede in primo piano l’assenza delle istituzioni, anzi spesso la loro complicità con la malavita organizzata e il narcotraffico.



Il tessuto sociale si è rotto, questa è l’amara conclusione di quella che dal Governo viene definita una “decade prosperosa”, che però si può vedere solo nel cortile della Casa Rosada, che durante i discorsi presidenziali si riempie di una moltitudine osannante formata da gruppi affini al potere politico. Basta recarsi fuori dallo storico edificio per vedere un’Argentina completamente diversa, dove l’inflazione marcia a livelli considerevoli, la povertà ha raggiunto un cittadino su quattro e l’insicurezza non risparmia nessun quartiere delle grandi città del Paese: di notte è poco affidabile circolare ed è davvero notevole la quantità di persone che dorme nelle strade. Ma basta entrare e conoscere la realtà nelle villas miserias, che ormai sono presenti pure nel centro di Buenos Aires, per capire quanto la situazione sia esplosiva: le condizioni di vita superano il limite della miseria, il paco, la micidiale droga che si ottiene dagli scarti della lavorazione della cocaina mischiati con efedrina, la fa da padrone e costituisce un’arma incredibile per reclutare minorenni e unirli in bande di delinquenti. Ma non solo, i lettori de Il Sussidiario conoscono pure la tratta di minori, già illustrata in un articolo precedente, e lo sviluppo della prostituzione minorile che arriva a vertici inimmaginabili.



In uno dei suoi discorsi a reti unificate la Presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha commentato l’attuale situazione con la frase: “Quando qualcuno sente che la sua vita vale meno di due pesos per la società non si può pretendere che possa pensare che quella degli altri per lui valga di più”. Pensiero giustissimo, ma allora uno Stato che si rispetti dovrebbe combattere l’esclusione sociale con mezzi effettivi, non con piani di sovvenzioni che si riducono a elemosine tendenti a mantenere la povertà. Non con progetti che invece di costruire case che aiutino a eliminare le villas si riducono a gigantesche truffe che alla fine foraggiano formazioni politiche, tipo lo scandalo della società “Suenos Compartidos”, un impresa costruttrice governata dalle Madri di Plaza de Mayo.



Lo Stato dovrebbe combattere con ogni mezzo la corruzione che dilaga ormai incontrollata da anni in tutto il Paese e che proprio nel decennio di potere kirchnerista ha raggiunto dei vertici mai visti e ha permesso al narcotraffico di installarsi definitivamente in una nazione che, da territorio di transito, si è trasformata in centro di produzione, specialmente delle pericolosissime droghe chimiche.

In Argentina si calcola ci siano più di un milione e cinquecentomila ragazzi che non studia, né lavora e sei milioni in una situazione di miseria. Presupponendo che la maggior parte di loro sia gente onesta, anche una minoranza delinquente registra cifre altissime. Per loro il futuro è nella malavita e l’inflazione ha aumentato non solo questa popolazione ma anche il potere delle organizzazioni malavitose che si sostituiscono allo Stato stesso nella produzione di benessere.

L’impunità poi è generale e a fronte di inefficienti corpi di polizia altamente corrotti che sono spesso al centro di traffici illeciti (dalle varie forme di contrabbando allo smantellamento di auto rubate) si registrano personaggi che fanno capo a poteri finanziari notevoli che vengono protetti nelle loro fraudolente operazioni da una politica consenziente. Nessuno nasce con una pistola in mano, è la società stessa che ti arma escludendoti e non fornendo nessun altra via di uscita che delinquere: i tuoi modelli diventano proprio le persone che vedi ogni giorno in televisione ostentare ricchezze inaudite spesso nate dal nulla, da condizioni simili alla tua, e allora i modelli da seguire sono ben lontani dai principi di etica e morale conosciuti.

Il motto del narcotrafficante colombiano Pablo Escobar “Soldi o morte” diventa un principio dove l’omicidio si riduce a una pratica quasi noiosa, in una società che si è trasformata in un Far West. E allora ecco che sorgono gli sceriffi o gruppi di giustizieri che pretendono sostituirsi a un potere che non è più in grado di controllare ampi strati della società e che pensa solo al suo arricchimento alle spalle di classi lavoratrici oneste.

I poveri diventano solo uno strumento per raccogliere voti e militanza politica, la classe media si vede senza futuro ed espropriata dalla perdita di valore del salario a causa di un’inflazione galoppante e un sistema fiscale oltre il limite della sopportazione. A questo punto la rabbia si trasforma in violenza e una Argentina para todos” degli slogan kirchneristi diventa una nazione che esclude strati sociali sempre più ampi da una vita degna di questo nome.