Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha giurato che il rapimento delle 200 ragazze da parte di Boko Haram sarà la rovina del gruppo qaedista, anche se ha dovuto ammettere che con ogni probabilità il destino delle studentesse sarà quello di essere separate e portate fuori dal Paese. Parole che giungono in una fase in cui il mondo intero è in apprensione per le sorti delle ragazze rapite, e tanto che il governo nigeriano è oggetto di gravi critiche per il modo in cui sta gestendo la crisi. “Grazie all’aiuto di Dio sconfiggeremo i terroristi – ha sottolineato il presidente Jonathan -. Il rapimento di queste ragazze sarà la fine di qualsiasi attentato in Nigeria”. Ne abbiamo parlato con padre Piero Gheddo, giornalista e missionario del Pime.



Qual è il vero significato del rapimento di queste studentesse?

Come rivela la Christian Association of Nigeria, il 90% delle 200 ragazze rapite è di fede cristiana. Non è un caso, come non lo è che a essere state rapite siano delle studentesse delle scuole superiori, e non delle bambine di dieci anni. Del resto è comune che le ragazze cristiane seguano un percorso d’istruzione, mentre nello Stato del Borno le ragazze musulmane normalmente non studiano o si fermano alle elementari.



Perché ritiene che il rapimento di studentesse di fede cristiana non sia un caso?

La tecnica dei musulmani per favorire la diffusione dell’Islam, tanto in Nigeria quanto in Europa e in altre parti del mondo, consiste nello sposare una donna cristiana per fare figli musulmani. Soprattutto nell’Africa nera, la diffusione dell’Islam è molto rapida e avviene seguendo due tecniche, di cui la prima è il matrimonio tra uomini musulmani e ragazze cristiane.

Qual è invece la seconda tecnica?

Con i soldi del petrolio, alcuni imprenditori acquistano di alberghi, ristoranti e agenzie di trasporti e poi costringono i dipendenti a convertirsi all’Islam, ricattandoli fino a che non accettano di sottoscrivere una dichiarazione scritta in questo senso. Si tratta di una realtà terribile, e che caratterizza la diffusione dell’Islam estremista e anti-occidentale. Al Qaeda si è radicata capillarmente e ora diffonde odio nei gangli della società.



Quali sono le origini del diffondersi dell’estremismo?

L’estremismo islamico, iniziato in Iran nel 1979 da Khomeini all’insegna del martirio per l’Islam, a poco a poco si è trasmesso in altre Regioni del Medio Oriente. La stessa Al Qaeda nasce da quella radice, che prima ancora aveva avuto un precursore nei Fratelli musulmani fondati nel 1928 da Hassan al-Banna. Quello dei Fratelli musulmani era però un Islam tutto sommato ancora abbastanza moderato, anche se si configurava già in chiave nazionalista e anti-occidentale. Con Khomeini nel 1979 nasce l’estremismo islamico in quanto tale, che applica la Sharia e e la violenza contro chi non è musulmano. In 35 anni questa ideologia ha conquistato non solo l’Iran sciita, ma anche l’Islam sunnita a partire dall’Arabia Saudita.

 

L’estremismo islamico oggi ha fermato la sua espansione o continua a diffondersi?

Continua a diffondersi, e sono tanti i fatti che lo documentano. Per esempio la notizia particolarmente drammatica che viene dal Brunei, piccolo Stato del Sud-Est asiatico popolato da 300mila abitanti tutti musulmani e indipendente da Malesia e Indonesia. Si tratta di un Paese ricchissimo grazie a i suoi giacimenti di petrolio. Il suo Re ha di recente deciso di adottare la Sharia, annunciando che la sua entrata in vigore avverrà gradualmente. Inizierà quindi con punizioni corporali come le frustate in pubblico, quindi si passerà al taglio della mano per i ladri e alla lapidazione delle adultere.

 

Eppure la Sharia è già applicata in Stati molto più grandi del Brunei…

Il motivo per cui la ritengo una notizia particolarmente drammatica e che, se si trattasse di un piccolo Regno in Medio Oriente, si inserirebbe in un contesto dove la Sharia è già ampiamente applicata. In questo caso però il Brunei si colloca nella zona più popolosa di diffusione dell’Islam, nella quale il propagarsi del fondamentalismo avrebbe effetti devastanti.

 

(Pietro Vernizzi)