“E’ indispensabile che il significato strategico degli incontri di Putin con Cameron e Hollande non sia soltanto quello di essere delle contromosse nei confronti di Obama, ma che siano mirati a scongiurare una guerra civile in Ucraina che è ogni giorno più imminente”. Lo afferma il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, a proposito della doppia cena prevista per giovedì a Parigi, con il presidente francese Francois Hollande che avrà come ospiti prima Barack Obama e poi Vladimir Putin. Due colloqui a distanza di soli pochi minuti, ma con il presidente americano e quello russo che non si incontreranno. Di cruciale importanza, anche da un punto di vista economico, è lo stesso incontro che Putin avrà con il premier inglese, David Cameron, nella giornata di venerdì. Cameron, Obama, Putin e Hollande si trovano in Francia per il 70esimo anniversario dello sbarco in Normandia che segnò il punto di svolta durante la Seconda Guerra Mondiale in cui Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna e Francia furono le potenze vincitrici.



Caracciolo, lo scopo di Putin è dialogare con il blocco euroscettico rappresentato da Cameron e Hollande?

Non metterei Cameron e Hollande sullo stesso piano. Il premier inglese rappresenta effettivamente una tradizione euroscettica, quella britannica, che però sta diventando ogni giorno qualcosa di più radicale. Si sta infatti trasformando nella voglia di staccare la spina, almeno in buona parte dell’opinione pubblica inglese come è testimoniato dal voto per il partito di Farage.



Ritiene che la posizione di Hollande sia molto diversa da quella di Cameron?

Hollande e la Francia sono sempre stati considerati europeisti. La ragione di fondo dell’impegno europeo della Francia è sempre stata l’idea di contenere la Germania e impedirle di fare da sola. L’indebolimento molto netto che Hollande ha subito in queste elezioni europee non lascia però molto spazio di manovra. Putin sta cercando di trovare un’alternativa al rapporto privilegiato che ha sempre avuto con Germania e Italia, riallacciando dei rapporti con una parte di Europa che non lo ha mai troppo aiutato.

Come vede il rapporto, anche sul piano economico, tra Russia e Regno Unito?



Non c’è dubbio che i russi siano tra i principali protagonisti della vita economica della City. Tra i russi che vivono a Londra ci sono alcuni oligarchi che per scelta o per necessità sono fuggiti da Mosca, dove potevano diventare politicamente ingombranti per Putin. Esiste ormai una connessione strutturale di tipo finanziario tra la Gran Bretagna e la Russia. Abbiamo visto per esempio che quando si è trattato di discutere sanzioni contro Mosca per l’intervento in Crimea, Cameron è stato dissuaso dall’assumere una linea dura proprio per l’impatto che questo avrebbe avuto sulla finanza e quindi sull’economia britannica.

 

Quali conseguenze politiche ed economiche possono avere i colloqui di Putin con Cameron e Hollande?

Da parte di Putin, la conseguenza può essere l’allargamento delle sue influenze in Europa che negli ultimi tempi erano diventate piuttosto limitate a causa della crisi ucraina. Da parte inglese e francese, c’è invece la considerazione che l’Europa ha bisogno di un rapporto con la Russia e non può non vedere che un dialogo con Putin è necessario. Non è pensabile ri-stabilizzare l’Ucraina senza la Russia, e questo è nell’interesse di tutti gli europei, inglesi e francesi inclusi.

 

Questi colloqui possono avere un effetto positivo per la pace in Ucraina?

Non credo che possano produrre un effetto diretto, ma possono contribuire a creare un clima più disteso. La situazione in Ucraina è ormai largamente sfuggita di mano agli attori esterni, Russia inclusa. Inglesi e francesi avevano pensato di potere utilizzare la crisi ucraina per mettere in difficoltà Putin, ma ora si rendono conto che le cose sono andate al di là delle loro intenzioni visto che ormai siamo sull’orlo di una guerra civile. Ciò può avere delle conseguenze molto gravi sul piano della sicurezza dal punto di vista dell’energia e dell’economia.

 

Putin sta cercando di adottare una strategia europea in qualche modo speculare a quella di Obama?

Spero che non si tratti semplicemente di “controbilanciare” le azioni della diplomazia americana, ma che questi incontri facciano parte di un’operazione di tutte le principali potenze, a partire da Russia e Stati Uniti, per evitare che la crisi ucraina diventi una vera guerra civile. Siamo davvero molto vicini, e se non si raggiungerà una qualche forma di intesa tra Mosca, Washington e i suoi alleati europei, c’è il forte rischio che la situazione degeneri.

 

(Pietro Vernizzi)

Leggi anche

SPY FINANZA/ Gli "avvoltoi" pronti a colpire l'UcrainaSPY FINANZA/ Ucraina, il default avvicina la vittoria di PutinUCRAINA/ Castagnetti: Putin e Poroshenko, c'è un intesa che conviene a tutti