“Non c’è da parte di Israele e soprattutto da parte di Netanyahu l’intenzione di entrare a Gaza con l’esercito”: a dire così è Fiamma Nirenstein, che ha parlato con ilsussidiario.net per aggiornarci sulla situazione dopo le ultime ore drammatiche di escalation tra Tel Aviv e Hamas. “Le due parti” ha detto “sono ancora entrambe indecise sul da farsi: la speranza è che l’Egitto possa intervenire guidando un compromesso che metta fine a questa situazione”. Come si sa, Israele e Hamas sono nuovamente ai ferri corti dopo i due tragici episodi che hanno segnato le ultime settimane, e cioè l’assassinio prima di tre ragazzi ebrei e poi di un giovane palestinese. Nelle ultime ore si assiste a un lancio di missili da entrambe le parti, si parla di numerose vittime civili a Gaza, anche donne e bambini, mentre gli israeliani devono fare i conti con i razzi di Hamas, che per la prima volta puntano decisamente sulle loro città, Gerusalemme compresa. Da qui parla Fiamma Nirenstein.



Bombardamenti da entrambe le parti, la tensione sale e la guerra sembra sempre più vicina: secondo lei è questo quello che dobbiamo aspettarci?

Mi permetta di dire che non è vero che i bombardamenti ci sono da entrambe le parti. Israele si sta difendendo dai missili di Hamas, intercettandoli e cercando di colpire le basi da cui partono. E’ una cosa molto semplice ma per i giornalisti italiani sembra sempre così difficile da capire.



Non sono poche le vittime civili nella striscia di Gaza; da quanto ci è dato sapere, si parla anche di donne e bambini.

Questo è purtroppo inevitabile visto che Hamas usa i civili come scudi umani, cosa che hanno affermato loro stessi e che si può riscontrare su diversi loro documenti ufficiali.

Ci dica com’è la situazione in Israele. E’ la prima volta che Hamas lancia razzi in modo così massiccio nel vostro territorio.

Sì, l’escalation è in atto e la novità, anche se ce lo aspettavamo, è che da ieri i missili palestinesi cadono su una larga parte di Israele. 

Anche Gerusalemme, dove vive lei, giusto?



Anche a Gerusalemme, li ho sentiti sopra la mia testa.

Come reagisce la popolazione?

I cittadini vengono informati minuto per minuto, anche se purtroppo i missili cadono dappertutto. C’è un servizio di informazione che si occupa di spiegare alla gente cosa deve fare. Alla radio si dice continuamente come comportarsi, ci sono le indicazioni precise del tempo che occorre per raggiungere un rifugio dal momento che un missile parte dal territorio palestinese. 

Ad esempio?

Nelle località più vicine al confine la gente ha quindici secondi per trovare uno rifugio, a Gerusalemme abbiamo un minuto e mezzo a disposizione, il che vuol dire che il missile da quando viene lanciato arriva qua in un minuto di tempo. La gente viene informata di dove si trova il rifugio più vicino; se questo non c’è, le si dice cosa deve fare, come nascondersi sotto alla tromba delle scale o vicino a un muro di cemento. 

 

E le persone? Come vivono queste ore?

La gente reagisce come reagisce sempre Israele in queste situazioni: con calma e freddezza, insegnando ai bambini a non avere paura perché non rimangano traumatizzati. Si viene informati in continuazione su cosa dire o cosa non dire loro.

 

Parliamo della situazione dal punto di vista politico: Netanyahu ha minacciato un intervento di terra nella striscia di Gaza.

La situazione al momento è in divenire. Israele adesso è impegnata a difendersi dai missili palestinesi, cerca di fermarli perché non può consentire che la popolazione sia in pericolo, ma questo gli italiani sembrano non capirlo a giudicare da cosa si legge sui giornali italiani. Hamas lancia in continuazione e solo sui civili e Israele reagisce come farebbe l’Italia se l’Austria lanciasse missili. 

 

Però sappiamo che tutto questo porta all’aumento della tensione e a sbocchi rovinosi e sanguinosi.

Certo, ma per fermare i missili hai due possibilità: dall’aria o dalla terra. Se vai con l’esercito ti metti in un rischio enorme per evidenti motivi, sei su un territorio non tuo, devi fronteggiare il nemico là dove c’è Hamas, un mondo ostile e molto pericoloso. Se bombardi dall’alto cerchi di beccare i loro capi o le basi di lancio, purtroppo rischiando di colpire la popolazione civile e siccome loro usano la popolazione civile come scudi umani c’è questo pericolo.

 

Ci dica dell’operazione di invasione di Gaza. Sembra che parte della stessa popolazione israeliana sia stanca di queste operazioni che poi in definitiva non risolvono granché. Si è visto in questi giorni come molti israeliani si siano detti contrari. Netanyahu è isolato?

La decisione di invadere Gaza non c’è. C’è la possibilità che questo avvenga, si vede chiaramente che Netanyahu sta cercando di evitarlo e spera che gli egiziani si mettano in gioco per definire una tregua tra le due parti come fatto anche nel 2012. Anche Abbas ha fatto un tentativo chiedendo al presidente egiziano di mediare. Le due parti sono tutte e due indecise su una guerra che consente alle truppe uno scontro diretto, ma Israele lo farà solo se succede qualcosa di terribile e se utile a difendere il proprio territorio.