“Hamas è pronta a combattere per mesi”. L’avvertimento arriva – nel corso di un’intervista telefonica nottura con un’emittente di Gaza – per bocca di Mahmud a-Zahar, dirigente del Movimento islamico di resistenza, che ha poi dettato le condizioni per la tregua, come la rimozione del blocco di Gaza e la liberazione dei detenuti arrestati il mese scorso. Il leader di Hamas, Ismail Haniye ha invece rilasciato ai media palestinesi la seguente dichiarazione: “Non abbiamo paura delle minacce del nemico. Il sangue dei leader non ha più importanza del sangue dei bambini e delle famiglie”. Nel frattempo, mentre Israele schiera i tank al confine e il premier Netanyauh ribadisce che la tregua non è in agenda, nella notte sono stati uccisi sei palestinesi (tra cui una donna) a causa di due raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Il bilancio totale, da quando è scattata l’offensiva israeliana, è di almeno 95 vittime e oltre 500 feriti. Per quanto riguarda invece il fronte israeliano, il sistema antimissile Iron Dome ha intercettato 118 razzi e non si conta alcuna vittima tra gli israeliani. Dagli Stati Uniti arriva l’appello di Barack Obama, che invoca lo stop delle ostilità sempre più crescenti. Riunito anche il Consiglio sicurezza dell’Onu.