Una legge che limiti il numero delle chiese evangeliche, spesso vere e proprie sette, che continuano a proliferare. L’ha votata a maggioranza la camera dei deputati del Burundi, paese a maggioranza cattolica dove però dopo la fine della guerra civile si assiste alla nascita continua di nuove comunità religiose, spesso coinvolte in scandali di ruberie economiche o peggio a contenuto sessuale. In un paese dove il 65% della popolazione è cattolica, questo fenomeno desta preoccupazioni, ma la domanda che ci si pone è comunque se sia giusto che lo Stato decida quante chiese ci possano essere in una nazione. Ilsussidiario.net ne ha parlato con Padre Gheddo: “E’ un fenomeno drammatico questo, comune a molti paesi africani. E’ il frutto negativo del protestantesimo, la chiesa fai da te, che rifiuta la discendenza diretta da Cristo per mezzo dell’autorità del Pontefice”.



Padre Gheddo, che ne pensa del fenomeno della proliferazione delle chiese evangeliche nel Burundi?

E’ un fenomeno che purtroppo accade in tutti i paesi africani. Queste sette sono il frutto negativo del protestantesimo. Sono comunità basate esclusivamente sulla Bibbia che teorizzano l’inutilità della Chiesa e quindi di una figura autorevole come quella del Papa. Tutto si basa sull’interpretazione personalistica della Bibbia.



Non è un caso limitato al solo Burundi, dunque?

Assolutamente no, in Sud Africa è ancora peggio, credo ne esistano 3 o anche 4mila. Basta un personaggio dotato di un po’ di carisma che comincia a predicare e promettere ed ecco che nasce una nuova chiesa. Che si chiamano evangeliche solo perché usano il Vangelo, ma poi in sostanza fanno quello che vogliono.

Cosa ne pensa di questa legge? Ritiene che sia giusto regolarizzare la vita religiosa, mettere un numero chiuso alle chiese?

Non mi stupisco affatto che si sia pensato di fare una legge del genere e bene hanno fatto. Spesso queste sette sfociano in casi di sfruttamento economico, sessuale, addirittura si assiste a casi di messe nere. 



Il Burundi è a maggioranza cattolica, giusto?

Certamente, il 65 per cento dei battezzati appartiene alla Chiesa cattolica. Vescovi e sacerdoti hanno più volte espresso la loro preoccupazione per questo fenomeno. E’ un fenomeno drammatico, che dimostra come dicevo lo sfaldamento dell’ideale protestante, inizialmente molto rigido e severo, ma senza un’autorità che guida. Ecco il risultato.

E’ un fenomeno che si era visto anche in Sudamerica, questo del proliferare delle sette evangeliche, o no?

Sì, ma molto meno che in Africa. Va tenuto conto che il cattolicesimo in Sudamerica ha una storia molto lunga e antica, mentre in Africa di fatto l’evangelizzazione vera e propria ha cominciato a diffondersi tra le due guerre mondiali e poi soprattuto dagli anni Cinquanta in poi. Neanche mezzo secolo fa, insomma.

 

Se lei dovesse con una parola dire a un africano perché è meglio scegliere la Chiesa cattolica invece di una di queste sette, cosa direbbe?

Direi che la Chiesa cattolica discende direttamente da Cristo mentre le altre nascono per iniziativa di qualunque personaggio fantasioso. Anche gli anglicani, anche i luterani sono nati così, grazie a un personaggio che ha avuto una sua idea personalistica del cristianesimo. Ma è Gesù che salva, non l’interpretazione che se ne può dare. E il Papa è colui che ci assicura che stiamo seguendo Cristo da duemila anni.

 

(Paolo Vites)