E’ passata una settimana dall’inizio dei bombardamenti sul territorio di Gaza. Secondo le fonti palestinesi i morti sono 172, mentre Israele sostiene che nello stesso periodo di tempo Hamas ha lanciato quasi mille razzi verso il territorio israeliano. Ovviamente il risultato non è lo stesso: mentre gli israeliani godono di una copertura anti aerea di livello altissimo che ha permesso fino a oggi di neutralizzare praticamente ogni lancio, per non parlare dei rifugi, a Gaza non esiste alcuna protezione per la popolazione civile. Tutto questo mentre l’esercito israeliano sta ammassando migliaia di soldati e carri armati con lo scopo dichiarato di invadere il territorio palestinese e distruggere definitivamente ogni base militare di Hamas. Secondo il corrispondente palestinese a Roma Jamal Jadallah, contattato da ilsussidiario.net “Israele mente sapendo di mentire quando dice che i bombardamenti sono indirizzati unicamente alle basi militari missilistiche di Hamas e che Hamas usa i civili come scudi umani. La realtà è che dove Israele ha distrutto un palazzo civile o una scuola per bambini, nessuno ha mai trovato i segni di una base militare o il corpo di un militante di Hamas”. La speranza, ci ha detto ancora, sta tutta in un intervento diplomatico egiziano.
Dopo una settimana di bombardamenti, come è esattamente la situazione a Gaza?
Siamo ovviamente molto preoccupati. Noi palestinesi all’estero siamo in contatto con amici e familiari, e quello che ci dicono è che la situazione è molto grave specialmente davanti a questo silenzio inspiegabile della comunità internazionale. Siamo preoccupati soprattutto perché è ormai evidente che Israele persegue una sola strategia, quella della morte.
Ci spieghi meglio cosa intende.
E’ molto semplice. Come palestinesi abbiamo fatto di tutto per far accettare alle nostre diverse componenti un accordo a favore della pace con Israele. Invece ci troviamo a difendere noi stessi al posto di firmare un accordo di pace con uno stato che continua a rifiutare l’esistenza del popolo palestinese.
Israele dice che i suoi obbiettivi militari sono unicamente le basi missilistiche e militari di Hamas, e che i civili vengono usati come scudi umani.
Non c’è nessuna prova che queste basi siano tra i civili. Israele giustifica i crimini con le bugie. Israele non avvisa gli abitanti di un palazzo chiedendo loro di uscire prima di bombardarlo, e dove una famiglia è stata massacrata o una scuola di bambini distrutta non è mai stata trovata una base militare o il corpo di un militante di Hamas.
Ma la popolazione civile di Gaza non ha dei rifugi in cui ripararsi? Come è possibile che dopo tanti anni di bombardamenti non si sia pensato a qualcosa del genere?
A Gaza non esiste un posto dove la popolazione possa rifugiarsi, infatti in molti in queste ore stanno fuggendo. Israele usa le ultime armi a tutti i livelli contro una popolazione che non sa neanche dove andare.
Oltre ai bombardamenti, è possibile che l’esercito israeliano invada il territorio palestinese. Questo che cosa comporterà sul piano umano per la popolazione civile?
Sarà un massacro. Gli abitanti di Gaza circondati da Israele da più di sei anni sono allo stremo in tutti i sensi e questa logica di arroganza militare ha uno scopo ben preciso.
Quale?
Fare entrare nella testa della gente la paura e la morte, bombardare fino a terrorizzare bambini, vecchi e handicappati.
Hamas ha però cominciato a lanciare razzi per prima, non ritiene abbia delle responsabilità in questo quadro?
Non direi proprio. Tutto ha preso spunto dall’uccisione dei tre ragazzi ebrei, ma ancora oggi non abbiamo capito chi e come abbia le responsabilità di quanto accaduto. E’ invece chiaro che si è trattato di un piano progettato da tempo dal governo israeliano, che aspettava una scusa. Israele controlla ogni fonte di informazione, sapeva già il giorno dopo che i ragazzi erano stati uccisi, sapeva dov’erano i corpi. Gli israeliani hanno così dato il via a una serie di arresti e violazioni contro i palestinesi in tutte le nostre città. Non si può preparare un esercito in così poco tempo, è evidente che tutto era stato predisposto da tempo in attesa di una scusa buona.
C’è una possibilità di compromesso secondo lei? Da Gaza arrivano informazioni in questo senso?
Ci sono vari tentativi. C’è l’Egitto, che è molto influente e ha un ruolo fondamentale e non può più tacere su quello che fa Israele. L’Egitto ha una responsabilità storica su Gaza in quanto Gaza rappresenta un punto strategico dello stesso Egitto. Speriamo si fermi questa macchina da guerra, la gente specialmente in questo periodo di ramadan non ce la fa più a vivere in queste condizioni.