Tensione altissima in Medio Oriente, dove la morte dei tre seminaristi ebrei uccisi in Cisgiordania sta portando a un vero e proprio conflitto tra Israele e Hamas. Proseguono i raid dell’aviazione israeliana sulla striscia di Gaza: il portavoce militare ha confermato che questa notte sono stati colpiti quindici obiettivi di Hamas tra magazzini di armi, lanciatori di razzi e siti “terroristici”. Almeno dieci persone sarebbero rimaste ferite nell’attacco, di cui una in modo grave. All’alba di oggi si sono invece registrati nuovi scontri a Gerusalemme, in particolare nel quartiere dove due giorni fa è stato rapito il diciassettenne Mohammad Abu Khdeir, la cui uccisione ha scatenato l’ira dei palestinesi. Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha subito chiesto la condanna dell’omicidio da parte dello stato ebraico: “Se vuole la pace, la prima cosa che Israele deve fare è mettere fine al fenomeno degli insediamenti e assicurare alla giustizia i coloni che hanno ucciso e bruciato il ragazzo palestinese”, ha detto. Immediata la risposta del premier israeliano Benjamin Netanyahu che ha parlato di un “crimine abominevole”, per poi chiedere al ministro Yitzhak Aharonovitch una “immediata inchiesta sull’uccisione del giovane palestinese e sulle circostanze intorno alla morte”.