Nuovo giorno di bombe e orrore nella Striscia di Gaza. Gli attacchi dell’aviazione israeliana hanno colpito anche la centrale elettrica e la parrocchia della Santa Famiglia, oltre a obbiettivi di Hamas, come la casa di Ismail Haniyeh. Nel primo pomeriggio di martedì un’alta fonte militare d’Israele ha diffuso lo seguente nota: “Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci erano stati affidati all’inizio della campagna. Ora la leadership politica deve decidere se andare ancora avanti o ritirarsi da Gaza”. Al ventiduesimo giorno di conflitto il bilancio dei morti palestinesi è superiori a 1100 persone. Per cercare di avere una fotografia di cosa significhi vivere in questi giorni sotto il cielo di Gaza abbiamo contattato Andrea Bernardi, giornalista freelance a Gaza City: intercettato poco prima di spostarsi in città ci ha regalato un drammatico ritratto della situazione nella Striscia.
Nella notte tra lunedì e martedì l’aviazione israeliana è tornata a colpire: i raid hanno fatto 26 morti nella Striscia, tra cui 9 donne e 4 bambini. L’orrore continua.
È stata la notte più violenta da quando, l’8 luglio, sono (ri)iniziati gli attacchi. Le raffiche di esplosioni non hanno coinvolto solo la zona ad Est e Nord: i bombardamenti si sono spostati anche verso Ovest, dove l’aviazione israeliana ha colpito obbiettivi sulla costa. Tra le 5 e le 5.30 di questa mattina, a distanza di pochi minuti, ci sono state quattro esplosioni che hanno colpito il porto. Il fischio dei missili, così come il fragore delle bombe, è stato fortissimo.
Negli ultimi giorni le immagini della bambina palestinese che va a raccogliere i libri dalle macerie di casa sua hanno fatto il giro del mondo. Una delle tante case distrutte e una delle tante bambine…
Sì, purtroppo è un’immagine fin troppo comune qui. Per assurdo, la bimba è stata anche “fortunata” che è riuscita ad arrivare alle rovine della casa.
Altri non riescono nemmeno a farlo?
Sono tantissime le persone che sanno che le proprie abitazioni sono state rase al suolo e non riescono fisicamente a tornarci, tra guerriglia per strada e le bombe che cadono dal cielo.
Guardandoti attorno cosa vedi?
La disperazione dei civili, in particolar modo di quelli che abitano (abitavano) zone sicuramente non ricche, anzi. Il dolore e l’abbandono di chi non può comprarsi un’altra casa. Ci sono quartieri interi da ricostruire completamente.
E chi non ha più un tetto sopra la testa dove si rifugia?
Nelle ultime due settimane una fiumana ha invaso Gaza City: qui i palazzi sono pieni in maniera spropositata. La famiglie in fuga si sono rivolte a parenti e amici e chi può, magari insieme ad altri, ha affittato appartamenti in città.
In che condizioni?
Si parla di locali che contano una ventina-trentina di bambini. E tutti i bimbi sono traumatizzati: quando non ci sono le bombe, c’è il rumore incessante di aerei ed elicotteri.
(Fabio Franchini)