Ancora un attacco contro la comunità cristiana irachena a Mosul, la stessa città del nord dell’Iraq dove l’autoproclamato “califfo” dello “Stato islamico”, Abu Bakr al Baghdadi, è apparso in una moschea per la preghiera del venerdì. Alcuni testimoni hanno fatto sapere che a seguito di un nuovo attacco dell’Isil (lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante) a una chiesa, i miliziani sunniti hanno rapito due preti e una suora. Da martedì, invece, altre due suore e tre orfani affidati alla comunità cristiana locale risultano scomparsi nelle zone occupate dall’Isil. Come ha detto di recente il patriarca caldeo Louis Raphael I Sako, prima dell’invasione americana in Iraq erano presenti circa 1.2 milioni di cristiani: oggi sono non più di 500mila.
Un discorso inizialmente incentrato sulla celebrazione e il significato del ramadan, il mese sacro dei musulmani che è cominciato da alcuni giorni, quello del califfo che si è auto proclamato guida del nuovo stato islamico ma anche guida assoluta degli islamici di tutto il mondo. Come si sa, nella tradizione islamica infatti il califfo è il diretto successore del profeta Maometto, ecco perché al Baghdadi nel suo discorso ha detto che i musulmani di tutto il mondo gli devono ubbidienza. Un discorso che evidenzia le contraddizioni di una certa concezione dell’islam: da una parte il califfo è la guida di alcune bande tra le più sanguinarie e violente dell’Islam moderno, dall’altro parlando di ramadan parla di necessità del perdono. Se si digiuna con convinzione e speranza di perdono, tutto sarà perdonato, dice. A chi digiuna saranno perdonati i suoi peccati, ha infatti detto. Un mese quello del ramadan che porta l’apertura delle porte del paradiso eterno e la chiusura delle porte del fuoco infernale: “E’ un a Notte migliore di mille mesi, gli angeli e lo spirito discendono con il permesso del Signore per ogni cosa, un mese in cui si divorzia dal fuoco dell’inferno, approfittate dunque di questo mese adoratori di Allah”. Si evidenzia poi nelle parole del califfo la visione di una religione intesa come forza armata: “Questo è il mese in cui il profeta comanda eserciti per combattere i nemici di Allah, il mese in cui scaglia la jihad contro i politeisti. E ad Allah piace che noi uccidiamo i nostri nemici, e combattere fino a quando la religione non vincerà”. Questa è l’applicazione della legge di Allah, ha detto ancora: “Ai combattenti siano date vittorie e conquiste dopo molti anni di stenti e di pazienza. Egli li ha fatti potenti, è Waajiib (il più alto livello di impegno) e va applicato su tutta la terra”. Quindi si autoproclama investito da Allah nel suo ruolo: “E’ un fardello pesante, io non sono migliore di voi, mi consiglierete quando sbaglio e mi seguirete se riesco”. Concludendo con la richiesta ad Allah di dare la vittoria sui miscredenti, “nella parte orientale di questa terra così come in quella occidentale”.
Dopo tanti proclami e minacce, ecco la faccia del califfo auto proclamatosi alla guida del nuovo Stato islamico. Abu Bakr al Baghdadi appare finalmente in video mentre parla nella moschea della città irachena occupata dalle sue milizie di Mosul. Come si sa, gli estremisti islamici che stanno devastando e occupando l’Iraq da alcune settimane nei giorni scorsi hanno proclamato uno stato indipendente che si estende dall’Iraq alla Siria. Un califfato, cosa che non esisteva più dai tempi dell’impero ottomano, dove vige la legge islamica più dura e sanguinaria. Nei giorni scorsi al Baghdadi aveva invitato i musulmani di tutto il mondo a trasferirsi nel nuovo stato, minacciando poi la conquista della città di Roma. Nel nuovo video ordina a tutti gli islamici di obbedirgli. Nella tradizione islamica infatti il califfo è il diretto discendente del profeta Maometto. Nel discorso le usuali minacce a tutti gli infedeli e miscredenti esaltando invece le vittorie degli islamici.