Prima qualcuno ha bruciato vivo un ragazzo palestinese, poi i soldati dell’esercito israeliano hanno massacrato di botte il cugino. Vendetta per l’uccisione dei tre ragazzi israeliani da parte di mani ancora sconosciute, anche se è normale pensare siano stati estremisti palestinesi vicini agli ambienti di Hamas. E’ una spirale di odio e violenza che non si ferma e che anzi porterà ancora ad altre conseguenze tragiche quella che si sta impossessando per l’ennesima volta dei due fronti da sempre in guerra, palestinesi e israeliani. Mohammad Abu Khdeir, 16 anni, era stato rapito nei giorni scorsi a Gerusalemme est e poi ritrovato morto. L’autopsia ha rivelato che il ragazzo è stato bruciato vivo. Questo perché nella trachea e nei polmoni sono state trovate tracce di fumo e fuliggine, la prova che respirava ancora quando gli è stato dato fuoco. Ma non è finita qui. Ieri la televisione palestinese ha mostrato il video di due soldati israeliani che pestano pesantemente Tarek Abu Kheider, cugino del ragazzo ucciso. Il giovane, che studia negli Stati Uniti, ha il doppio passaporto americano e israeliano ed è quindi intervenuto il governo americano a chiedere immediati chiarimenti sull’episodio denunciando l’uso eccessivo della forza nei suoi confronti. 



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