A partire da venerdì, decine di membri della setta Yazidi sono stati uccisi dai miliziani dell’Isis a causa del loro credo. Sono stati additati da Isis come “adoratori del diavolo”. Per non morire devono convertirsi: è questa la condizione imposta dai miliziani. Cinquantamila Yazidi sono scappati nelle montagne. “Dopo che siamo fuggiti, sono tornato un giorno per recuperare cose a casa e ho visto i corpi di anziani disabili uccisi. Erano troppo vecchi per fuggire. Non posso dimenticare quella scena”, così ha raccontato Akram Edo, padre di sette figli, che è fuggito in territorio curdo. Intanto i miliziani dicono di combattere per Allah: “ci viene promesso il Paradiso”, ha detto uno di loro, precisando che non hanno paura degli attacchi aerei americani. “Gli aerei attaccano postazioni che pensano essere strategiche, ma questo non è il modo in cui operiamo”, ha spiegato il miliziano. Si stima che sono circa 200.000 civili cristiani e di altre minoranze ad avere abbandonato le case per fuggire dai miliziani dell’Isis, che hanno invaso i villaggi cristiani: Tilkaif, Al Kwair e Qaraqosh. Gli estremisti sono stati visti venerdì mentre tiravano giù le croci e bruciavano manoscritti. Intanto l’America ha sottolineato che gli attacchi aerei sono i primi in Iraq dal 2011, quando il presidente americano Barack Obama ha fatto ritirare le truppe. “All’inizio di questa settimana, un iracheno gridò al mondo “non c’è nessuno a venire ad aiutarci. Bene oggi l’America è venuta per aiutare”, così ha detto Obama durante un discorso alla nazione giovedì. “Siamo in grado di agire con cautela e in modo responsabile per evitare un potenziale atto di genocidio”, ha aggiunto (Serena Marotta).



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