Il premier sciita iracheno al-Maliki non vuole rinunciare al terzo mandato e accusa il presidente Fuad Masum di aver violato la Costituzione per non avergli ancora affidato il mandato di formare l’esecutivo. Secondo l’Alta corte irachena il premier ha ragione: ha diritto a ricevere l’incarico, avendo ottenutp la maggioranza, di formare il governo. Nel frattempo però polizia, esercito e unità antiterrorismo hanno circondato la “zone verde” di Baghdad, l’area dove hanno sede i palazzi governativi e le ambasciate. In più numerose strade sono state chiuse e numerosi punti sensibili, ha spiegato un funzionario del ministero dell’Interno. Intanto gli americani e l’Onu difendono il capo dello Stato. Il vicepresidente del Parlamento, durante la notte, ha annunciato che l’Alleanza Nazionale Irachena è pronta alla nomina di un primo ministro, scaricando così al-Maliki. Abadi è uno dei possibili successori del premier. Intanto aerei militari americani hanno portato nuovi carichi di viveri e acqua per i civili perseguitati dai jiihadisti, che si trovano nelle zone di montagna del nord dell’Iraq, sui monti Sinjar. Secondo il Pentagono, da giovedì scorso sarebbero state forniti “più di 74 mila pasti e più di 56.780 litri di acqua potabile”. Adesso gli Stati Uniti stanno cercando un modo per far fuggire gli yazidi da questa zona montuosa. Proprio ieri in 20mila sono riusciti a scappare.
(Serena Marotta)