Sono risultati negativi gli esami effettuati sul paziente ricoverato in Svezia che mostrava sintomi simili a quelli dell’ebola. L’uomo non ha quindi contratto il virus. I test, come annunciato dalle autorità sanitarie regionali di Stoccolma, “non mostrano alcun elemento indicante che l’uomo possa essere stato contagiato da Ebola”. I campioni raccolti sono stati analizzati “e ora possiamo concludere che non vi è alcun segno che il paziente soffra di Ebola”, ha aggiunto Ake Ortqvist, direttore delle Malattie infettive dell’ospedale universitario Karolinska di Stoccolma, parlando con il quotidiano Svenska Dagbladet. “Quando le persone tornano con la febbre da viaggi nelle zone colpite, di solito si tratta di altre malattie come la salmonella, la malaria o il comune raffreddore”.
Un caso sospetto di ebola è stato registrato in Svezia. Le autorità locali hanno fatto sapere che un paziente presenta sintomi simili a quelli del virus che si sta diffondendo in Africa (soprattutto in Liberia, Guinea, Nigeria, Sierra Leone e Senegal) e che per questo è stato isolato in un reparto del Karolinska Hospital di Stoccolma. Se confermato, si tratterebbe del primo caso in Europa. Non è ancora chiaro se la persona coinvolta sia da poco tornata da un viaggio in Africa, anche se il quotidiano Aftonbladet ha fatto sapere che mostra i tipici sintomi del virus ebola, cioè febbre emorragica e vomito. Nel pomeriggio di ieri una speciale ambulanza lo ha prelevato a Solna, un sobborgo di Stoccolma, e adesso il paziente si trova nel reparto infettivo del nosocomio svedese.
L’epidemia di ebola “rappresenta una tragedia immensa che se non fermata può avere pericoli per tutti”. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ai microfoni di SkyTg24. “In Africa continua ad espandersi perchè mancano interventi coordinati di igiene pubblica in loco – ha aggiunto la responsabile del dicastero – E per questo è assolutamente necessario che l’Oms insieme alle nazioni Unite intervenga al più presto”. Proprio ieri infatti, durante il consiglio Ue a Bruxelles, “si è deciso di elaborare delle conclusioni sui provvedimenti di coordinamento del sistema Ue per il trasporto degli operatori sanitari”. Lorenzin ha anche annunciato che il 15 settembre si terrà “la riunione regionale dell’Oms, il 22 nella riunione informale dei ministri della Salute, durante la quale affronteremo il problema Ebola per coordinare interventi tra paesi che hanno capacità tecnologica di trasporto. Infine il 26 settembre Europa e Stati Uniti si confronteranno a Washington per fare il punto sulla situazione”.
In Liberia, nel quartiere Monrovia, si fa festa: è finita la quarantena dopo l’epidemia di Ebola che ha colpito il paese. Sono anche guariti dal virus e hanno potuto lasciare l’ospedale un medico e un’assistente. Non si sa se è stato il farmaco statunitense sperimentale a salvarli o piuttosto la diagnosi precoce. Il vaccino finora si è rivelato efficace al 100 per cento solo sulle scimmie, ma sull’uomo – delle poche persone che lo hanno testato – di queste alcune sono guarite, ma almeno una è morta. Intanto tra i paesi dell’Africa occidentale colpiti dal virus, non ci sarebbe il Kenya. La precisazione arriva dall’ambasciata della Repubblica africana a Roma, che esprime “preoccupazione per le notizie insinuanti la presenza del virus nel Paese” e si tranquillizzano i turisti: “Chi soggiorna a Nairobi o presso le località balneari costiere oppure è impegnato in safari, non corre alcun rischio”. Intanto proprio venerdì è stato accertato il primo caso di Ebola in Senegal. Si tratta di un cittadino della Guinea malato da marzo, che era stato messo in quarantena. Mentre in Belgio c’è un caso sospetto. Un collaboratore di Medici senza frontiere, rientrato da poco dalla Guinea, che è stato subito ricoverato. Proprio nei giorni scorsi l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che l’emergenza riguarda 20 mila casi di Ebola solo in Africa occidentale. I casi confermati in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone sono saliti a 3.069 con 1552 decessi. (Serena Marotta)