Non sia hanno ancora notizie di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, volontarie italiane in Siria (lì per il progetto umanitario Horrytay) di cui non si hanno più notizie da giorni. Le due ragazze si trovavano ad al Abzemo, villaggio ad ovest di Aleppo, quando sono state rapite. Le fonti locali parlano di un gruppo armato che le ha prelevate dal luogo in cui alloggiavano nella notte tra il 31 luglio e l’uno agosto. Al momento non è arrivata alcuna richiesta di riscatto né rivendicazione, ma nella zona è attivo il fronte Al Nursa, formato da cellule di rivoltosi armati che lottano contro il regime e sono affiliati ad Al Qaeda.
Due volontarie italiane sono state rapite in Siria. Si tratta di Vanessa Marzullo, residente a Brembate (Bergamo) e Greta Ramelli di Gavirate (Varese). Le ragazze si trovavano nella zona di Aleppo e risultano irreperibili da sei giorni. Erano in Siria per il progetto Horryaty, che si occupa di acquistare kit di pronto soccorso e pacchi alimentari che venivano distribuiti al confine. La Farnesina ha confermato la loro irreperibilità e ha attivato “immediatamente tutti i canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti. Le due cittadine si trovavano ad Aleppo per seguire progetti umanitari nel settore sanitario e idrico”. L’Unità di crisi ha già preso contatto con le famiglie “che vengono tenute costantemente informate sugli sviluppi del caso”. Fonti locali riferiscono che il sequestro è stato fatto da una trentina di miliziani che avrebbero circondato la casa nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto, portando via anche alcune guardie della sicurezza, poi liberate. Non è la prima volta che le due giovani andavano in Siria. La missione era sostenuta anche dalla onlus La Rosa di Damasco. “Avevamo un appuntamento su Skype giovedì scorso, il 31 luglio, ma Greta e Vanessa non erano in linea – ha detto Silvia Moroni, presidente della onlus – Dalla loro partenza, il 22 luglio, ci eravamo sentite tre volte, mi avevano confermato che il progetto nel quale erano impegnate andava avanti, tanto che avevano intenzione di restare ad Aleppo e mi consultavano proprio per l’invio di altri fondi”.
(Serena Marotta)