Volevano andare a vedere la nazionale iraniana che disputava una partita di pallavolo, tra l’altro contro la nostra nazionale,  ma c’era un particolare che non poteva passare inosservato: erano donne. Una dozzina di esse è stata arrestata lo scorso giugno, tra cui la 25enne Ghoncheh Ghawami, di nazionalità iraniana-inglese. A lei è toccata la sorte più dura: due mesi di detenzione in isolamento nel carcere duro di Evin, noto per essere uno dei peggiori dell’Iran, solitamente destinato a prigionieri politici e giornalisti. La ragazza tra l’altro dopo l’arresto era stata rilasciata insieme alle altre donne ma, tornata a riprendere i suoi averi, era stata fermata e messa in cella. Il suo arresto ha dato il via a una campagna di protesta su facebook e durante le partite di pallavolo, ma il governo inglese ha già fatto sapere di non poter fare nulla per lei. La legge che impedisce alle donne di assistere a qualunque evento sportivo “dove gli uomini non siano vestiti in modo appropriato” è stata introdotta nel 1979, immediatamente dopo la rivoluzione islamica. La legge, ironicamente, è intesa per difendere le donne dai comportamenti maschili.



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