E’ stato arrestato il killer delle tre suore italiane uccise in Burundi. Lo comunica la polizia del luogo aggiungendo che l’uomo ha confessato. Era in possesso del cellulare di una delle sue vittime e delle chiavi del convento.
Suor Olga Raschietti, suor Lucia Pulici e suor Bernardetta Boggian saranno sepolte nei pressi della città di Bukavu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Lo fa sapere l’agenzia missionaria Misna sul suo sito internet, spiegando che la sepoltura avverrà nel cimitero di Panzi, “vicino ad altri missionari che sono morti o sono stati uccisi in questa regione africana. Tra questi, anche una loro consorella saveriana”. Le prime celebrazioni, recita ancora il messaggio, si apriranno domani mattina alle nove a Bujumbura e le salme saranno poi trasportate a Bukavu, passando per Luvungi. “In questa missione, dove le suore hanno speso parte dei loro sacrifici e della loro fatica missionaria, si sta preparando una lunga veglia notturna per celebrare la loro presenza e le loro fatiche spese a favore delle comunità della zona. Giovedì mattina le salme saranno trasportate a Bukavu per un ultimo incontro di preghiera, prima della sepoltura”.
Sono ancora poco chiare le circostanze della strage in Burundi, nella quale sono state massacrate tre suore italiane missionarie. L’ordine religioso a cui appartengono smentisce siano state violentate, mentre la notizia dello stupro viene ancora oggi riportata da molti media. La vicaria generale dell’ordine delle Missionarie salesiane ha smentito ad Avvenire lo stupro: “È circolata la notizia dello stupro delle tre religiose. A noi non risulta. Per quanto ne sappiamo, dalle testimonianze raccolte in loco, suor Bernardetta, suor Olga e suor Lucia non sono state violentate”. E’ invece chiara la modalità dell’uccisione: due di esse sono state sgozzate e una, suor Bernardetta Boggian, anche decapitata. Una furia omicida di cui al momento non si conoscono le ragioni. Inizialmente si era parlato di tentativo di rapina, poi di atto di un folle, adesso si parla di almeno due complici. Si parla anche di una vendetta. E si parla anche del fermo di due sospetti.
Emergono nuovi terribili particolari sulle tre suore uccise ieri in Burundi nella missione di Kamenge. Si è infatti venuto a sapere che le tre religiose prima di venir uccise sono state violentate. Autore della strage uno squilibrato che sembra sia stato identificato: è caccia all’uomo da parte delle autorità locali. La superiora dell’ordine a cui appartenevano le tre religiose ha commentato quanto accaduto: “Erano tre missionarie anziane con grandi problemi di salute che erano appena tornate in Burundi perchè desideravano tornare dalla loro gente”.
Anche Papa Francesco è partecipe del dolore delle famiglie e delle consorelle delle tre suore massacrate domenica in Burundi. In un messaggio reso noto dal Vaticano, Bergoglio si dice profondamente colpito dalla tragica morte delle suore e auspica che “il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli”. Suor Lucia, l’unica delle tre suore di origine lombarda, è stata invece ricordata dal cardinale di Milano: “Siamo vicini alla sua famiglia dopo aver appreso la dolorosissima notizia di questa notte. Una notizia di cui non si capiscono ancora le motivazioni, esprimiamo la vicinanza ai nostri fratelli cristiani in tutto il mondo”.
Sarebbero state decapitate le tre suore italiane uccise in un convento di Bujumbura, in Burundi. Lo ha fatto sapere un testimone che, secondo quanto riportato da alcune agenzie di stampa, avrebbe detto di aver visto un uomo “che si arrampicava sul muro del convento e poi abbiamo sentito la gente dire che due suore erano state decapitate con un coltello”. Anche la polizia locale ha riferito di essere sulle tracce di un giovane squilibrato visto fuggire con un coltello in mano. Dopo la morte delle religiose, il nipote di suor Olga Raschietti, Giuliano, ha parlato con Adnkronos per far sapere quanto lei fosse legata all’Africa: “Era la sua vita – ha detto – Anche l’ultima volta che era rientrata in Italia per curarsi un ginocchio non ha voluto sentire ragioni e, nonostante il parere contrario del medico, è voluta ripartire”. In un’occasione “ci disse che sarebbe voluta rimanere lì anche dopo la morte”, ha fatto sapere ancora.
E’ stato reso noto il cognome della terza suora uccisa in Burundi, si tratta di Bernardette Boggia. Sono state rese note anche la modalità di quella che ormai è una vera e propria strage, comunicate dalla polizia locale: l’assassino ha sgozzato le suore e poi le ha colpite con delle pietre. Sembra anche che non si sia trattato come detto in un primo tempo di una rapina finita male, ma di un vero e proprio agguato con la finalità di uccidere le religiose. Si parla di una persona con problemi mentali, la polizia infatti avrebbe identificato l’omicida.
Sono tre in realtà le suore rimaste uccise in Burundi, come si apprende dalle ultime notizie provenienti dall’Africa. Oltre alle due citate infatti è stata uccisa anche suor Bernadetta, il cui cognome al momento è ancora ignoto. Quest’ultima infatti è deceduta nella tarda notte per cui la notizia è arrivata solo adesso. Ed ecco la prima ricostruzione dei fatti a cura dell’agenzia di stampa missionaria Misna: “Verso le 16 di domenica sorella Bernadetta è venuta nel mio ufficio chiedendo notizie delle sorelle Lucia e Olga, che erano rimaste a casa mentre lei e sorella Mercedes si erano recate all’aeroporto per accogliere le altre sorelle di ritorno in Burundi dal loro capitolo generale a Parma. C’era apprensione soprattutto perché dall’interno della casa non c’erano segnali di vita, tutto era chiuso e con le tende tirate” è il racconto di Mario Pulcini, superiore dei missionari saveriani in Burundi. E’ stata proprio suor Bernadetta a entrare nell’abitazione e trovare i corpi delle due consorelle ormai morte. Nella notte poi un nuovo allarme da parte delle suore: l’omicida infatti era rimasto nascosto nella casa e ha ucciso anche suor Bernadetta.
Sembra si sia trattato di un tentativo di rapina finito tragicamente. Olga Rachietti e Lucia Pulici, suore salesiane originarie della diocesi di Parma, sono state uccise ieri in Burundi. Lo ha comunicato il vescovo della diocesi stessa dicendo che le due donne sarebbero state vittime del tentativo di rapina da parte di una “persona squilibrata”. Ha commentato il fatto anche il ministro degli esteri Mogherini che a nome del governo ha rilasciato le condoglianze alle famiglie delle vittime e all’ordine delle missionarie di Maria Saveriane. “Ancora una volta assistiamo al sacrificio di chi, con dedizione totale, ha passato la propria vita ad alleviare le troppe sofferenze che ancora esistono nel continente africano” ha detto. Entrambe le donne avevano 80 anni di età e da poco avevano festeggiato i 50 anni di appartenenza religiosa, quasi tutti passati in Africa. La casa madre dei missionari salesiani nel mondo ha sede proprio a Parma.