E’ la prima delle donne yazidi rapite dai miliziani di Isis a rivelare la sua identità. Si chiama Hamshe, ha 19 anni ed è stata prigioniera per circa un mese prima di riuscire a fuggire. Adesso la ragazza, che era incinta al momento del rapimento e il cui marito si ritiene sia stato ucciso, ha raccontato la sua orribile esperienza alla stampa inglese. Ognuna di noi, ha detto, quando veniva catturata veniva condotta all’abitazione di uno dei miliziani e chiusa a chiave in una stanza, con la minaccia di non avere né cibo né acqua fino a quando avesse accettato di sposarlo. Lei, ha detto ancora, rimase in queste condizioni per tre giorni dopo di che venne stuprata. Ha poi detto come le donne catturate fossero obbligate a donare sangue per i soldati dell’Isis rimasti feriti in combattimento. L’età delle ragazze yazidi catturate poteva raggiungere anche i 12 anni di età. Chi non veniva portata via da un miliziano, veniva venduta a una sorta di mercato delle schiave per pochi soldi, circa sedici sterline l’una. Altre venivano regalate a chi si era distinto nei combattimenti. Hamshe è riuscita a fuggire quando una notte si è accorta che i suoi guardiani stavano dormendo. Si trovava già in Iraq ed è riuscita fortunosamente a raggiungere un posto di controllo dove l’attendeva il fratello. La storia di Hamshe verrà raccontato durante uno speciale televisivo della Bbc.