“Lo Stato Islamico si sente in guerra contro tutte le altre religioni del mondo, e non si farebbe nessuno scrupolo di colpire lo stesso Papa Francesco. Ritengo quindi che il rischio di un attentato terroristico contro il Vaticano sia reale”. E’ la constatazione di Michael Herzog, generale riservista dell’esercito israeliano e autore di editoriali pubblicati su Haaretz e Financial Times. Secondo il telegiornale della tv di Stato israeliana Canale 1, i servizi segreti americani avrebbero avvertito la Santa Sede che dopo la redazione del Charlie Hebdo il Vaticano sarà il prossimo bersaglio degli attentati dell’Isis. A dare la notizia è stato l’esperto di Medio Oriente, Oded Granot, subito ripreso in un tweet dalla direttrice del tg, Ayala Hasson.
Davvero il Vaticano sarà il prossimo obiettivo del terrorismo islamico?
Sulla base di ciò che i jihadisti stanno dicendo sui loro siti web e dei discorsi dei loro predicatori, inclusi i sostenitori dello Stato Islamico e di Al Qaeda, parlano molto di frequente del fatto che l’Islam stia prevalendo in Europa. In questo contesto menzionano Roma e il Vaticano come luoghi che alla fine saranno dominati dall’Islam. Tra i luoghi citati più spesso ci sono quelli che i musulmani hanno controllato in passato, come l’Andalusia in Spagna, nonché Roma e il Vaticano. Non so dire se Oded Granot sia entrato in possesso di informazioni nuove, ma più di un predicatore ha menzionato Roma come un futuro obiettivo della dominazione islamica. Nella loro visione alla fine i musulmani conquisteranno l’Europa, e non soltanto il Medio Oriente, per stabilirvi il Califfato.
Ritiene che la fonte delle notizie della tv israeliana sia stato il Mossad?
Ritengo di no. Oded Granot è un esperto di Medio Oriente conosciuto e rispettato, che ha sempre seguito con occhi attendo gli arabi musulmani. Ritengo però che non sia compito dei servizi segreti israeliani quello di far trapelare informazioni sui media, e che se fossero stati in possesso di questo tipo di informazioni le avrebbero fatte avere direttamente alle autorità competenti, in Italia o in Vaticano.
Al Qaeda in passato non ha mai attaccato Roma. Perché dovrebbe farlo l’Isis?
Ciò che caratterizza tanto Al Qaeda quanto l’Isis è l’odio verso qualsiasi religione che non sia l’Islam sunnita. All’interno dello stesso mondo musulmano hanno compiuto attentati contro gli sciiti, e lo Stato Islamico è noto per l’aspro trattamento riservato ai cristiani nei suoi territori, dove sono costretti a scegliere tra pagare una tassa, convertirsi all’Islam o essere uccisi. Al Qaeda e Isis si sentono in guerra con tutte le altre religioni del mondo, e non smetteranno di colpire degli obiettivi occidentali. Anzi hanno già invitato i musulmani che vivono in Europa ad attivarsi al loro fianco. Sui loro siti web e social network, Stato Islamico e Al Qaeda invitano i musulmani in Occidente a compiere azioni che colpiscano la società in cui vivono, sia essa quella australiana, francese, italiana o di qualsiasi altro Paese europeo.
Il Papa ha espresso il suo desiderio di visitare l’Iraq. Quali rischi può presentare questo viaggio?
Dal punto di vista della sicurezza, lo sconsiglierei di compiere questa visita perché potrebbe mettere a rischio la sua vita. Lo Stato Islamico controlla Mosul, e potrebbe fargli del male se il Santo Padre decidesse di avvicinarsi. Il Califfato non ha alcun rispetto per i leader delle altre religioni, incluso il Papa cui fanno capo 1 miliardo e 100 milioni di credenti. Da un punto di vista simbolico per l’Isis un attentato al Papa avrebbe un valore simbolico immenso, e farebbero di tutto per colpirlo. Non consiglierei quindi a Papa Francesco di compiere questo viaggio, anche perché ci sono molti altri modi attraverso cui può mostrare la sua solidarietà a quanti vivono sotto la minaccia dei gruppi jihadisti.
(Pietro Vernizzi)