NEW YORK — C’è un grande canzone blues che dice: “…tutto comincia con la vita…anzitutto ti è data la vita. Apri gli occhi ed hai vita! E ti guardi attorno e ti innamori di quel che vedi. Ma sul serio! Ti innamori di quel che vedi … ma poi capisci che nulla dura per sempre e così eccolo che arriva, ti avviluppa tutto… il blues, il possente blues ti conquista…”.
Anche un bluesman impenitente e selvatico, con l’erudizione di uno che sa a malapena leggere e scrivere, capisce che questa è la dinamica della vita. Capisce che c’è un velo di tristezza che ci accompagna per tutta l’esistenza. Tristezza, come diceva san Tommaso, “desiderio di un Bene assente”. Come si fa a cancellare questo desiderio? Come si può non continuare a cercare? Ma cercare cosa?
Arriva un altro New York Encounter ed arriva solo perché qualcuno non la smette di cercare. E questa “ricerca” la mette proprio a tema: “In Search of the Human Face“, alla ricerca del volto umano. Venerdì, sabato e domenica tutto quello che faremo — tutto quello che proveremo a fare — sarà per questo.
Il “volto umano” …. Forse che esiste un volto “non umano”? Esiste, sì, e spesso è il nostro. Non ci capita a tutti di sentire sulla pelle la lama infuocata di quello che ci racconta quel bluesman? Ogni volta che cerchiamo di liberarcene con una scrollata di spalle scegliamo di cancellare un tratto del nostro volto. Scegliamo di non accettare che qui non la si finisce mai di cercare.
Per questo venerdì sera, dopo il saluto che ci porterà il cardinale Dolan (bellissimo il regalo che ci fa con la sua presenza!), avremo due momenti tinged in blue, con una pennellata di tristezza. Monsignor Albacete, che ci ha lasciati da due mesi, sarà con noi attraverso un video registrato alcuni anni fa. Un video in cui racconta proprio della sua vita come continua ed incessante ricerca. E poi il blues. Alle note del blues verrà affidato il compito di riaprire quella santa ferita, rianimare quel santo desiderio che può rimetterci in cammino. Alla ricerca di quello che sono io, unica via per scoprire chi sei veramente tu. A noi che mettiamo su tutto questo ambaradan, per grazia di Dio la strada è stata donata. Ma senza santo desiderio anche conoscere la strada sarebbe inutile.
Quest’anno l’Encounter sarà tutto “di più”: gli spazi, il numero degli ospiti, degli eventi, delle mostre. Non vi faccio l’elenco, andate a guardare il programma, ma tutti quelli che saranno con noi, ciascuno a modo suo con la sua intelligenza e libertà, non ha smesso di cercare.
Tutto di più! Fa impressione anche a noi che ci abbiamo lavorato su. Ma se non è per ridare fiato alla ricerca di tutta una vita, a cosa serve? Io spero che questo di più spalanchi il cuore di tutti, faccia venir voglia di rimettersi in cammino.
Ho scritto tante parole… Le parole non bastano mai. Vorrei solo che poteste venire a vedere. Capireste. Tutti quelli che vengono capiscono qualcosa, tutti portano a casa un briciolo di fede, speranza e amore.
Qualcuno potrebbe pensare che essere ancora alla ricerca del proprio volto a sessant’anni sia patetico. Io la considero una benedizione. Venite a vedere.