Stavano per entrare in Italia, ma sono stati fermati dalla polizia francese. Si tratta di due jihadisti belgi appartenenti al gruppo di Verviers, fuggiti dopo l’operazione antiterrorismo effettuata dalle forze speciali in Belgio, giovedì notte. Sembra che i due stessero per attraversare il confine “nel momento esatto in cui le guardie di frontiera hanno ricevuto la segnalazione dal Belgio e sono stati arrestati”. Da Ankara, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha ricordato l’importanza della collaborazione con la Turchia “attraverso cui si può ridurre il transito dei combattenti stranieri verso i teatri di guerra e far calare quindi il rischio terrorismo per l’Europa. La Turchia è il Paese che accoglie oltre un milione di profughi dalla Siria e da altri teatri. Si tratta dunque di un Paese strategico nella riduzione del rischio terrorismo in Europa”.
“Penso che la pena di morte sia uno strumento necessario nell’arsenale giuridico di un Paese”. Lo ha detto Marine Le Pen, leader del Front National, intervenuta oggi in conferenza stampa. Già nei giorni scorsi Le Pen aveva avanzato l’idea di un referendum per reintrodurre la pena capitale. “Il fondamentalismo islamico ha dichiarato guerra alle nostre democrazie”, ha detto, e per questo è anche necessaria la “sospensione immediata degli accordi di Schengen” sulla libera circolazione degli individui all’interno dell’Unione europea. “Non è la Francia che è entrata in guerra – ha concluso Le Pen – Sono i fondamentalisti che hanno dichiarato guerra alla Francia, bisogna esserne coscienti”.
Sono due le persone prese in ostaggio in un ufficio postale di Parigi. Le autorità hanno fatto sapere che l’autore del gesto non ha nulla a che fare con il terrorismo islamico, si tratterebbe di un criminale qualunque già noto alle forze dell’ordine, ma la notizia non avrebeb ancora trovato conferma ufficiale. Intanto per le strade di Pairigi si rivedono le stesse scene della settimana scorsa: decine di uomini dei reparti speciali circondano l’edificio in attesa di agire. Trattative sono in corso con il rapitore che avrebbe già rilasciato altri due ostaggi.
Francia di nuovo nella paura. E’ notizia di questi ultimi minuti che una persona avrebbe preso degli ostaggi in un ufficio postale nella periferia nord della capitale. Non sembra però da quanto trapela che l’episodio abbia a che fare con il terrorismo di matrice islamica.
Dodici persone, tra cui nove uomini e tre donne, sono state fermate questa notte nelle banlieue di Parigi perché sospettate di aver fornito “sostegno logistico” ai fratelli Kouachi, autori della strage nella redazione di Charlie Hebdo. Tra loro c’è anche il principale complice di Amedy Coulibaly, il terrorista che ha ucciso una poliziotta e preso d’assalto un negozio kosher dove hanno perso la vita quattro ostaggi. L’uomo arrestato stanotte gli avrebbe dato “il più rilevante supporto logistico”, ovvero l’auto su cui viaggiava l’attentatore prima della sparatoria a Montrouge. L’uomo sarebbe stato individuato grazie alle tracce di materiale genetico che sono state rintracciate sull’auto.
Dopo l’allarme bomba alla stazione di Parigi, un nuovo attacco ha riguardato stamattina numerosi siti di media francesi che risultano fuori uso. Tra questi anche la radio France Inter, il sito di informazione Mediapart, il sito 20minutes e anche Le Parisien. Tutti questi siti si appoggiano alla piattaforma “Oxalide”, che al momento non risulta online. Su Twitter il comunicato della piattaforma, che parla di un incidente in corso sull’infrastruttura. Intanto sempre sul social network, esperti informatici ipotizzano un attacco informatico di tipo “DDoS”, che consiste nel sommergere il server di richieste rendendolo inaccessibile.
Parigi si è svegliata stamattina con un nuovo allarme terrorismo: una telefonata anonima ha segnalato la presenza di una bomba alla stazione ferroviaria Gare de l’Est, che è stata evacuata. La SNCF, ferrovie francesi, ha chiarito che “la presenza di un bagaglio abbandonato e non identificato in stazione” ha comportato “l’applicazione del piano Vigipirate”. Tutto è ritornato alla normalità, dopo un’ora e mezzo di perquisizioni effettuate dagli artificieri. “La minaccia non è mai stata così forte. Lo stato islamico può essere in grado di fare attentati in Europa”. Lo ha dichiarato ai microfoni di Europe 1 il primo ministro francese, Manuel Valls. Intanto ieri in Belgio è stata neutralizzata dalle forze speciali della polizia a Verviers una cellula islamista. Due terroristi sono stati uccisi e un terzo uomo è stato arrestato. Sono state effettuate una decina di perquisizioni e controlli a Bruxelles, Villvord, Zaventem, Moelenbeck e Anderlecht. I jihadisti erano tornati dalla Siria da una settimana ed erano pronti ad organizzare un grande attentato nel Paese. Si sono verificate altre sparatorie nella notte nei paesi di Angleur e Amercoeur, nella provincia di Liegi e vicini a Verviers. Proprio a Verviers sono stati trovati kalashnikov, prodotti per fabbricare bombe e divise da poliziotto. È una zona dove è forte la presenza dei “foreign fighters”, i combattenti Ue addestrati, che tornano dalla Siria e altre zone di guerra. Secondo le ultime stime di Europol, il numero di europei confluiti nelle maglie della jihad, si aggira tra i 3.000 e i 5.000. Ieri in Belgio, dopo l’operazione, si è tenuta una riunione tra il premier belga Charles Michel, i ministri di interno, Jan Jambon, e giustizia, Koen Geens, con i servizi di sicurezza. Secondo la ricostruzione fornita dai magistrati, i primi a sparare sarebbero stati i tre uomini. Un’operazione, quella di ieri, che ha coinvolto sette paesi europei e lo Yemen. È emerso, dalle indagini, che l’Italia viene utilizzata come un “hub” per raggiungere la Siria o per rientrare in Europa dai terroristi. Una circostanza che è stata appurata dagli uomini dell’antiterrorismo e dell’intelligence. Dalle indagini non sono emerse ancora la presenza di strutture stabili in Italia. (Serena Marotta)