È stato trovato morto nella vasca da bagno, con un colpo alla testa con un’arma di piccolo calibro, si parla di un “presunto suicidio”, ma nessuno crede che il procuratore argentino si sia tolto la vita. Proprio oggi Alberto Nisman si sarebbe dovuto presentare alla Camera dei Deputati per chiarire dei dettagli alla fine della sua inchiesta. Il giudice dal 2004 indagava sull’attentato contro la sede dell’AMIA, la mutua ebraica, che comportò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200. Aveva concluso la sua indagine accusando ufficialmente la presidente Cristina Fernández de Kirchner ed il suo ministro degli Esteri Héctor Timerman di avere negoziato l’impunità di Hezbollah e dell’intelligence iraniana, considerandoli responsabili della strage. Tutto in cambio di favori commerciali con Teheran. Nisman possedeva delle intercettazioni registrate su 330 cd. Adesso sono in corso le indagini, che vanno avanti con il massimo riserbo. L’uomo, proprio sabato 17 gennaio, aveva dichiarato a Natasha Niebieskikwiat, reporter del Clarín, “posso morire per questo”. Poi, 36 ore dopo, il suo corpo è stato trovato nel suo appartamento di Puerto Madero. (Serena Marotta)