GAND — L’allarme terrorismo è passato in Belgio dal livello 2 al livello 3 (su una scala di 4), a seguito della valutazione di maggior rischio di attentati su tutto il territorio dato dalla Ocam (Organo di coordinamento per l’analisi delle minacce). Come riportato da diversi media, giovedì scorso la polizia e la magistratura belga hanno effettuato in molte località del Paese perquisizioni, che hanno portato a 13 arresti.
Come noto, nella piccola città vallone di Verviers, nelle vicinanze della frontiera con la Germania, a 25 chilometri da Aquisgrana, sono stati uccisi due presunti terroristi in una sparatoria durante il loro attacco a una casa in pieno centro. I due erano armati di kalashnikov, avevano esplosivi e uniformi della polizia, e appartenevano a una cellula terroristica ritenuta molto pericolosa, già nota per i suoi progetti di attaccare le forze di polizia.
Ne facevano parte anche jihadisti tornati dalla Siria. Di questi “vecchi” combattenti jihadisti ne sono stati identificati nel Paese più di cento, anche se certamente non tutti possono essere per il momento considerati terroristi. Questa cellula terrorista era già nota ai servizi di sicurezza prima degli attentati di Parigi e non sono stati rilevate connessioni con gli assassini nella capitale francese.
Secondo il giornale fiammingo De Tijd, i servizi di sicurezza temono che l’operazione di giovedì scorso non abbia allontanato del tutto il pericolo di attentati, anzi, potrebbe stimolare l’iniziativa di altri terroristi non ancora individuati.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri, Didier Reynders, ha anch’egli sottolineato che le recenti operazioni delle forze dell’ordine non hanno risolto completamente il problema: annientare una pericolosa cellula, e soprattutto la sua forza logistica, non significa aver smantellato un’intera rete terroristica una volta per tutte.
Già la sera stessa di giovedì sono state intercettate delle minacce nella capitale, pur vaghe, ma sufficienti ad aumentare lo stato di allerta. Da venerdì mattina, nel governo belga sono in discussione le misure da prendere per rinforzare la sicurezza, cercando di evitare, peraltro, che si crei una situazione di panico nella popolazione, di cui beneficerebbero solo i terroristi.
Per quanto riguarda Anversa e Bruxelles, pur in assenza di minacce esplicite, sono state prese misure speciali per aumentare la sicurezza delle forze di polizia (che possono, ad esempio, conservare le armi anche dopo la fine del servizio) e le scuole ebraiche hanno deciso di chiudere almeno per qualche giorno. Inoltre, da sabato mattina, militari armati pattugliano il quartiere ebreo e il cosiddetto “quartiere dei diamanti” di Anversa, zona considerata a rischio. Anche la Commissione Europea a Bruxelles ha rafforzato i dispositivi di sicurezza a tutti i livelli.
Per il momento, nel Paese non si notano segni di panico. La vita quotidiana continua con la caccia ai saldi nei negozi, un traffico sempre intenso sulle strade e nelle grandi città, forse addirittura aumentato grazie al ribasso del prezzo della benzina, e con un po’ dappertutto, nei punti strategici e nelle vie, una presenza più evidente della polizia e dei militari. Come a Parigi, come in molti altri Paesi europei…
Questa la situazione ad oggi, che potrebbe cambiare, ovviamente, da un momento all’altro. In un senso o nell’altro.