Frank Van Den Bleeken, un detenuto belga di 52 anni, di cui 30 passati in carcere dopo una condanna per omicidio e stupro ai danni di una ragazza di 19 anni, l’anno scorso ha chiesto l’eutanasia allo Stato, per poter mettere fine una volta per tutte alle “insopportabili sofferenze psicologiche” che afferma di provare. Lo riporta il Corriere della Sera, che tramite il suo inviato a Bruxelles fa sapere che le autorità belga hanno concesso la dolce morte a Frank Van Den Bleeken e che l’iniezione di farmaci letali verrà somministrata domenica prossima, 11 gennaio 2015. Il detenuto verrà prima trasferito in un ospedale – di cui non è stato rivelato il nome – il venerdì precedente e passerà due giorni con la famiglia all’interno della struttura. Ma Frank non è il solo ad aver avanzato alle autorità la richiesta per la dolce morte: insieme a lui ci sarebbero anche altri 15 detenuti che vorrebbero terminare la loro condanna in prigione con l’eutanasia e che avrebbero anche già inviato la domanda. La decisione del governo belga, però, ha scatenato le reazioni dei parenti delle vittime: “E’ una grazia, un premio, una liberazione che risparmierà la pena intera a chi l’ha meritata. Lui chiede una morte con dignità, quella che non ha concesso ad altri. Ma non esiste anche la libertà di suicidarsi? E poi, lui stesso dice che ha sempre quelle fantasie atroci, che se tornasse libero rifarebbe tutto…” sono alcune delle parole di commento che si sono scatenate sulle reti televisive in seguito alla notizia. Si è espressa anche la sorella di Chiristiane Remacle, la ragazza di 19 anni che è stata uccisa da Frank Van Den Bleeken, affermando che l’unica sorte possibile per lui è quella di marcire in galera. “Per sempre”, avrebbe concluso la giovane. Ma gli psichiatri, i giuristi e i politici non sono della stessa idea: si tratta di un atto di “giustizia” e “pietà civile” quello che si sta intraprendendo. L’ergastolo, hanno aggiunto, è una pena che potrebbe anche essere definita come “una morte legalizzata”, e che comunque non è in grado di “recuperare i colpevoli”. Gli psichiatri, in particolare, hanno certificato che le sofferenze di Frank Van Den Bleeken lo renderebbero adatto a ricevere l’eutanasia, secondo la legge entrata in vigore nel 2002 in Belgio che afferma che ne possono usufruire i malati terminali e tutti coloro che affrontano quotidianamente “insopportabili sofferenze fisiche o psicologiche”.



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