Nel 2012 il direttore della rivista Charlie Hebdo, colpita oggi da un attacco terroristico in cui sono morte 12 persone, aveva già risposto ad alcune domande poste dai giornalisti di Al Jazeera in merito alle vignette satiriche sull’Islam e su Maometto che erano state pubblicate e che potrebbero essere il movente della strage che ha colpito oggi il giornale francese. Quando gli viene chiesto se le vignette fossero volontariamente provocatorie e realizzate per suscitare qualche reazione in particolare, Stephane Charbonnier – questo è il nome del direttore di Charlie Hebdo – risponde “Not any more than usual”, ovvero “non più del solito”, aggiungendo che sono vent’anni che lavora in quel giornale e sono vent’anni che pubblicano tante, tante vignette e pezzi provocatori, su ogni versante possibile. Ma solamente quando si ha a che fare con l’Islam radicale si ottengono risposte così indignate e a volte perfino violente, ha aggiunto Chansonnier. Le autorità francesi, al tempo, gli avevano dato modo di stupirsi, e non poco: avevano infatti giudicato come irresponsabile la pubblicazione del 2012, dichiarandola contro le leggi della Francia. “We have the right of use our freedom as we understand it” è l’ulteriore commento di Stephane Chansonnier, che conclude dicendo di non aver mai violato le leggi dello Stato, ma di aver semplicemente messo in campo la propria libertà. Qui di seguito il video dell’intervista al direttore del Charlie Hebdo.
Con l’hashtag #JeSuisCharlie alcuni disegnatori di vignette di tutto il mondo si sono uniti al cordoglio per la strage di oggi nella redazione del giornale satirico Charlie Hedbo. E’ l’hashtag che sin da subito sta esprimendo sulla Rete la condanna del terrorismo di matrice islamica e l’attacco alla libertà di stampa. Ogni vignettista ha con il suo stile voluto ricordare le vittime: c’è chi ha disegnato Dio alle porte del Paradiso che si copre il volto vedendo arrivare le anime dei giornalisti e vignettisti uccisi, un modo per ricordare la loro satira al vetriolo che colpiva non solo l’islam ma anche la religione cristiana. C’è chi ha semplicemente disegnato un Charlie Brown che si tiene la testa fra le mani in lacrime, giocando sul nome del magazine e chi ha disegnato un mitragliatore fatto di penne e matite da vignettista commentando: arma di distruzione di massa. E chi ha disegnato un terrorista che ha ucciso un vignettista esclamando: è stato lui a disegnare per primo.
Nel corso della sua storia, Charlie Hebdo non ha scherzato solo con l’Islam e Maometto. Anche l’ebraismo, la Chiesa cattolica e la religione in generale sono da sempre stati al centro di una satira feroce (che spesso e volentieri ha urtato la sensibilità dei fedeli) del settimanale francese che oggi è stato bersaglio di un attentato terroristico che ha provocato la morte di dodici persone. Era il 2006 quando la rivista sollevò un mare di polemiche, scatenando anche manifestazioni violente in tutto il mondo islamico, pubblicando una serie di vignette su Maometto: in copertina il profeta islamico piangeva e si lamentava di essere venerato da dei “cretini”. Nel 2010 venne raffigurato Papa Benedetto XVI, impegnato ad alzare sulla testa un preservativo al posto dell’ostia dicendo: “Questo è il mio corpo”, mentre nel 2012 fece scalpore un’altra copertina in cui venne rappresentato un rapporto sessuale fra Dio, Gesù Cristo e lo Spirito Santo. E adesso appare quasi premonitrice una delle ultime vignette di Charb, direttore della rivista anche lui rimasto ucciso nell’attacco: “Ancora nessun attentato in Francia”, si legge sopra il disegno di un mujaheddin che invita ad aspettare: “Un attimo. Abbiamo ancora fino alla fine di gennaio per venire a farvi gli auguri”.
Il mondo è sconvolto dal sanguinario attentato avvenuto oggi in Francia nella sede parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. L’attacco è stato condannato da tutti i leader internazionali, da Matteo Renzi a Obama, da Angela Merkel a David Cameron. “Gli omicidi a Parigi sono nauseanti. Siamo con il popolo francese nella lotta contro il terrore e per la difesa della libertà di stampa”, ha scritto su Twitter il capo del governo britannico. “Un terribile atto di violenza”, ha commentato invece la Casa Bianca: “Il presidente Obama e la moglie sono vicini alle famiglie delle vittime”. “L’islam – ha spiegato ancora il portavoce Josh Earnest – è una religione pacifica ed è una sfortuna vedere questi estremisti radicali”. Angela Merkel si è detta “sconvolta” da questo “attentato abominevole” che “non è solo un’aggressione contro la vita delle cittadine e dei cittadini francesi”, ma “anche un attacco ingiustificabile contro la libertà di stampa e di opinione, fondamento della nostra cultura libera e democratica”.
Dopo l’attentato compiuto a Parigi nella sede del quotidiano satirico Charlie Hebdo, è massima allerta anche in Italia, soprattutto nelle redazioni giornalistiche. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha convocato il Comitato di analisi strategica antiterrorismo per le 16.30 di oggi. Gli esperti delle forze dell’ordine e di intelligence esamineranno “con grande attenzione” la minaccia terroristica nel nostro Paese. L’allerta “è massima”, ma non ci sono “segnali specifici” di attentati in Italia. La nostra situazione è più tranquilla rispetto a quella francese, rassicurano gli 007, anche se il rischio non può essere escluso. La notizia dell’attentato di Parigi è stata appresa dal presidente del Consiglio e dal ministro Alfano, mentre si trovavano a Palazzo Chigi, che si sono confrontati sul gravissimo attentato. Da fonti delle forze dell’ordine si è appreso che sono stati potenziati i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili di Roma e verso le redazioni.
“La Francia è oggi sotto shock per un attentato terroristico, perché di questo si tratta”. Così il presidente francese, Francois Hollande, ha commentato la strage avvenuta alla sede parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. “Siamo minacciati, come altri Paesi nel mondo, perché siamo un Paese di libertà”, ha detto ancora il numero uno dell’Eliseo che si è recato in visita sul luogo dell’attacco. “Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti, mostrare che siamo uniti. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati sventati”. Anche il premier italiano, Matteo Renzi, ha espresso “orrore e sgomento” per l’attacco: “La violenza – ha detto – perderà sempre contro la libertà e la democrazia”.
E’ salito a dodici il bilancio delle persone uccise nel sanguinario attacco contro la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi. Due uomini incappucciati e vestiti di nero, al grido di “vendicheremo il profeta” e “Allah è grande”, sono entrati nella sede della rivista in boulevard Richard-Lenoir aprendo il fuoco con dei kalashnikov. Nelle immagini che riportiamo di seguito, SCONSIGLIATE A UN PUBBLICO IMPRESSIONABILE, un poliziotto ferito a terra viene raggiunto dagli assalitori che lo giustiziano senza pietà sparandogli un altro colpo. Al momento sembra che i morti siano, dodici, tra cui dieci giornalisti e due agenti di polizia: uccisi anche Georges Wolinski, vignettista molto conosciuto anche in Italia, e il suo collega Tignous. I feriti sarebbero cinque, mentre i killer si sono dati alla fuga.
Sale a 11 il numero dei morti nell’attentato alla sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo. Ore di panico a Parigi dopo aver scoperto che dietro la strage potrebbe esserci il terrorismo islamico. E’ infatti al grido di “vendicheremo il Profeta” che due uomini incappucciati hanno fatto irruzione nella sede parigina del settimanale facendo fuoco con dei kalashnikov e lancia-granate. Delle undici vittime accertate due sarebbero poliziotti mentre cinque le persone rimaste gravemente ferite. Secondo testimoni gli attentatori sarebbero poi scappati a bordo di una Renault. Il giornale, noto per il suo stile ironico e provocatorio bollato come “anti-islamico”, già aveva subito un attentato incendiario nel novembre 2011 e una serie di attacchi informatici dopo le sue vignette ritenute blasfeme dall’Islam. Cliccate qui per seguire la diretta streaming dell’edizione speciale del telegiornale francese.
Il giornale satirico francese Charlie Hebdo, che si trova sul boulevard Richard-Lenoir di Parigi, è stato attaccato durante la notte da due terroristi che hanno fatto fuoco sui presenti con un kalashnikov, uccidendo una decina persone e ferendone molte altre. Il bilancio delle vittime non è ancora stato accertato con chiarezza. Uno dei motivi che potrebbe aver spinto i due uomini a compiere la strage è riconducibile alla pubblicazione di alcune vignette satiriche sull’Islam e sul profeta Maometto, che erano apparse proprio sul Charlie Hedbo nel 2012. Su Twitter è già apparsa una delle vignette in questione, in cui è disegnato Maometto intento a piangere, accasciato per terra, con le mani sul volto per nascondere la disperazione. Il titolo dato al disegno è “Maometto sopraffatto dai fondamentalisti” e nel fumetto queste sono le parole che vengono attribuite alla voce dell’ultimo Profeta dell’Islam: “E’ difficile essere amato da idioti”. Clicca qui per vedere il tweet e la foto della vignetta di Charlie Hebdo. Clicca qui per la foto della vignetta
Attacco armato nella sede parigina del settimanale satirico francese Charlie Hebdo. Due uomini hanno fatto irruzione questa notte negli uffici del giornale aprendo il fuoco con dei kalashnikov: secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, ci sarebbero almeno dieci morti e diversi feriti, ma il bilancio delle vittime non è ancora chiaro. Un giornalista del quotidiano francese “20 Minutes” è riuscito a mettersi in contatto con un collega di Charlie Hebdo, il quale avrebbe parlato di un massacro prima che la linea si interrompesse. L’attacco è avvenuto sul boulevard Richard-Lenoir, dove secondo alcuni testimoni sarebbero stati esplosi almeno trenta colpi di arma da fuoco. Charlie Hebdo ha fatto molto discutere negli anni scorsi, soprattutto nel 2012 dopo aver pubblicato diverse vignette satiriche sul profeta Maometto: nel novembre dello stesso anno, la sede parigina era stata distrutta da una bomba molotov. Un testimone, che si trovava nel palazzo di fronte, ha riferito di aver sentito i terroristi gridare: il profeta è stato vendicato. Di loro al momento si è persa ogni traccia, posti di blocco in tutta Parigi mentre il presidente francese si è recato sul posto.
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