Dopo l’attacco avvenuto in Francia presso la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, c’è chi avanza l’ipotesi complotto. Lo fa Aldo Giannuli, consulente di diverse Procure, dalle pagine del blog di Beppe Grillo. Il docente di Scienze politiche alla Statale di Milano scrive: “C’è da capire se c’è qualche manina non islamica dietro gli attentatori. Beninteso, non ho nessun elemento per escludere che quello che è accaduto sia realmente quello che sembra: un’azione di terrorismo di gruppi islamisti radicali, punto e basta. Ma siccome a trarre giovamento da questa strage saranno in diversi (ad esempio il Fn che si appresta a fare vendemmia di voti, di conseguenza anche Putin che proprio sul Fn sta puntando) vale la pena di dare un’occhiata anche ad altre piste”. Giannuli quindi si chiede: “A proposito di errori: ma voi dove avete mai visto dei terroristi che vanno a fare un’azione portandosi appresso la carta di identità che, poi, dimenticano in auto?”. “L’unico caso che mi ricordo – prosegue – è quello dello ‘sventato’ brigatista che smarrisce il borsello a Firenze con dentro le chiavi del covo milanese di Montenevoso. Ma non stava andando a fare un’azione e nel borsello non c’era un documento di identità. Non è che, per caso, qualcuno ha volontariamente lasciato la carta di identità di un altro per depistare le indagini?”. La conclusione è una “gran puzza di bruciato”, scrive il docente.

“Il mondo islamico moderato, quello vero, deve prendere le distanze in modo netto da questo atto”. Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, commentando la strage avvenuta ieri mattina presso la sede parigina della rivista satirica Charlie Hebdo. Secondo Bagnasco si tratta di “un fatto gravissimo che deve far riflettere il mondo intero. Tutti auspichiamo che l’Islam nel suo insieme possa condannare con estrema chiarezza questo fatto perché non si può mai fare violenza in nome di una religione”. Questi attentati “esprimono una paura di essere perdenti di fronte alla storia – ha concluso il cardinale – La storia non si può fermare, neppure l’Islam, come nessun altro, può fermarla. Chi non fa i conti con la storia è preso dalla paura e può diventare violento”.

Dopo il massacro nella redazione del settimanale satirico “Charlie Hebdo” che è costato la vita a 12 persone, sono migliaia i messaggi di solidarietà che stanno circolando sul web in queste ore. A partire dagli omaggi dei vignettisti di tutto il mondo: Vauro, Banksy, Ruben L. Oppenheimer, Giannelli, Gipi e molti altri. Ma sono innumerevoli le persone che hanno voluto ricordare le 12 vittime twittando e condividendo foto in cui compare la scritta #JeSuisCharlie. Nelle ultime ore ha commosso e raccolto migliaia di condivisioni e commenti la foto della mano di un bambino appena nato che indossa il braccialetto di riconoscimento con scritto “Je Suis Charlie”. Si tratta dell’omaggio carico di speranza lanciato da una mamma francese che ha voluto chiamare il proprio bimbo Charlie Hebdo.

Said e Cherif Kouachi, i due fratelli franco-algerini di 32 e 34 anni sospettati di aver compiuto la strage presso la sede parigina del settimanale Charlie Hebdo, si sarebbero barricati in un’abitazione della città di Crepy-en-Valois, a circa settanta chilometri a nordest della capitale francese. Lo rivelano diverse agenzie di stampa, spiegando che le teste di cuoio sarebbero pronte ad intervenire. La notizia non è però stata confermata dal sindaco della cittadina francese, Bruno Fortois: “Non ne sono informato, se fosse così lo saprei”, ha detto, come riportato da Le Figaro. I due presunti attentatori erano stati avvistati in precedenza in una stazione di servizio a Villers-Cotterets, a bordo di una Renault Clio.

Feriti, ma non uccisi: con questo slogan Charlie Hebdo si prepara a tornare in edicola settimana prossima come se niente fosse. Non esattamente: qualcosa purtroppo c’è. Con una redazione quasi del tutto sterminata dalla violenza islamica, Hebdo uscirà con un numero di otto pagine soltanto invece delle solite sedici ma in una tiratura record di un milione di copie contro le abituali 45mila. Lo ha detto l’avvocato del magazine, Richard Malka, spiegando che Hebdo non si fermerà nonostante quanto successo. Grandi gruppi editoriali come quelli di Le Monde e la televisione francese hanno già fatto sapere che sosterranno economicamente il giornale mentre l’associazione degli editori contribuirà con una cifra di 500mila euro dal fondo nazionale della società stessa.

Amava la musica rap, uno dei due fratelli autori della strage di eri a Parigi. Chérif Kouachi era anche un interprete di questa musica. Lo si vede in un filmato risalente al 2005 della televisione francese dove si esibisce cantando in un brano musicale. In seguito Chérif si sarebbe recato nello Yemen dove avrebbe seguito un programma di addestramento militare dichiarandosi pronto al martirio. Le forze dell’ordine francesi avrebbero imparato a conoscerlo bene tanto da definirlo nei loro documenti “un fanatico pericoloso”.

Stamattina alle sei davanti a un ristorante di kebab vicino ad una moschea a Villefranche – sur – Saone, nella regione di Lione, c’è stata un’esplosione. Non è al momento possibile sapere se ci sono legami con l’attacco sferrato ieri a Charlie Hebdo ma si tratta di un “attacco di origini criminali”, secondo quanto ha confermato il prefetto. Ma non è finita. Una granata sarebbe stata lanciata infatti contro una moschea nella città di Mans. Ne parla il quotidiano “Le Maine Libre”. L’attacco sarebbe avvenuto poco dopo la mezzanotte. E sempre l’edificio è stato bersaglio di un colpo di arma da fuoco, che ha infranto un vetro. In più, altre tre granate intatte sono state rinvenute sul posto.

Avrebbe un alibi il diciottenne che si è consegnato questa notte alla polizia dopo la strage alla sede parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. Come scrive oggi Le Figaro, un ragazzo avrebbe confermato che Mourad Hamyd, sospettato di aver preso parte al sanguinario attacco, ieri mattina si trovava a lezione presso il liceo di Charleville-Mézières, nel nord della Francia. “Era un po’ sopraffatto e ha detto che stava per andare alla polizia per dire che non poteva essere a Parigi. Lui è l’opposto di quelle persone”, ha detto il giovane intervistato dall’emittente BfmTv. Lo studente si sarebbe consegnato solo dopo aver sentito il suo nome durante i notiziari.

Una donna poliziotta è morta dopo un nuovo conflitto a fuoco verificatosi stamane ancora per le strade di Parigi. Un secondo poliziotto è gravemente ferito. Non si conosce cosa ci sia dietro questo nuovo incidente mortale. Secondo le ricostruzioni, due vetture si sono scontrate stamane a Parigi: da una di esse sono scesi due uomini, uno armato di un fucile mitragliatore e con un giubbotto anti proiettili, identificato dai testimoni come un nord africano. Ha sparato verso i due poliziotti uccidendone uno e poi è fuggito entrando nella metropolitana. Le autorità francesi al momento negano un collegamento con i fatti di ieri, ma certamente l’allerta nella capitale francese resta altissimo. Da Lione intanto si viene a sapere di una esplosione in un negozio di kebab vicino alla locale moschea.

E’ stata stupidità editoriale e i giornalisti si sono comportati da stupidi. E’ già polemica per il durissimo editoriale pubblicato dall’autorevole quotidiano economico inglese Financial Times. All’indomani della strage dei giornalisti del Charlie Hebdo, il Financial Times prende le distanze dai commenti di tutto il mondo, denunciando “la stupidità” di chi ha attaccato l’islam con vignette satiriche: è sbagliato provocare i musulmani, viene detto. Un giornale, il Charlie Hebdo, definito “non il più convincente campione della libertà di espressione”. Non si vogliono giustificare gli assassini, si legge ancora, “è solo per dire che sarebbe utile un po’ di buon senso nelle pubblicazioni che pretendono di sostenere la libertà quando invece provocano i musulmani”.

Celebrata stamattina da papa Francesco a Santa Marta la Messa per le vittime dell’attacco terroristico di Parigi al settimanale satirico “Charlie Hebdo”, avvenuto ieri. “L’attentato di ieri a Parigi ci fa pensare a tanta crudeltà, crudeltà umana; a tanto terrorismo, sia al terrorismo isolato, sia al terrorismo di Stato. Ma la crudeltà della quale è capace l’uomo! Preghiamo, in questa Messa, per le vittime di questa crudeltà. Tante! E chiediamo anche per i crudeli, perché il Signore cambi il loro cuore”, ha detto il Papa. E ieri il Santo Padre aveva espresso “la più ferma condanna per l’orribile attentato” che ha seminato “la morte, gettando nella costernazione l’intera società francese, turbando profondamente tutte le persone amanti della pace, ben oltre i confini della Francia”. Come ha riferito il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, papa Francesco “partecipa nella preghiera alla sofferenza dei feriti e delle famiglie dei defunti ed esorta tutti ad opporsi con ogni mezzo al diffondersi dell’odio e di ogni forma di violenza, fisica e morale, che distrugge la vita umana, viola la dignità delle persone, mina radicalmente il bene fondamentale della convivenza pacifica fra le persone e i popoli, nonostante le differenze di nazionalità, di religione e di cultura”. La violenza è abominevole, mai giustificabile: “Qualunque possa esserne la motivazione, la violenza omicida è abominevole, non è mai giustificabile, la vita e la dignità di tutti vanno garantite e tutelate con decisione, ogni istigazione all’odio va rifiutata, il rispetto dell’altro va coltivato”. “Il Papa – aggiunge padre Lombardi – esprime la sua vicinanza, la sua solidarietà spirituale e il suo sostegno per tutti coloro che, secondo le loro diverse responsabilità, continuano ad impegnarsi con costanza per la pace, la giustizia e il diritto, per guarire in profondità le sorgenti e le cause dell’odio, in questo momento doloroso e drammatico, in Francia e in ogni parte del mondo segnata da tensioni e violenze”.

Il giorno dopo la strage che ha sconvolto la Francia e il mondo, è ancora caccia all’uomo nei confronti degli autori della mattanza. Si sa però chi sono, due fratelli franco algerini che sarebbero stati a combattere in passato in Siria, anche se non è del tutto chiaro il loro recente passato. Con loro un terzo complice, l’autista, un giovane di 18 anni. Nella notte Amid Mourad, uno studente, si è consegnato ala polizia, ma sembra si tratti di un caso di omonimia con il vero ricercato in quanto il giovane all’ora dell’attentato si trovava a scuola. Resta però ancora in stato di fermo. Intanto stamattina a Parigi si è verificata un nuova sparatoria che ha visto rimanere feriti due agenti di polizia sembra non collegata all’attentato di ieri ma in qualche modo inquietante. Un uomo fermato dalla polizia è sceso dall’auto impugnando un kalashnikov ha sparato e poi è fuggito nella metropolitana. Ma vediamo chi sono invece i due assassini, scoperti per il loro banale errore di lasciare una carta di identità nell’auto rubata ieri per la fuga. Si tratta di Said e Cherif, rispettivamente 32 e 34 anni, due fratelli, tornati questa estate dalla guerra in Siria. I ue avrebbero fatto un corso paramilitare nello Yemen, da tempo sede dei terroristi di Al Qaeda, dove sarebbero stati addestrati ala guerriglia. Le immagini della strage infatti mostrano due autentici professionisti che sanno bene come muoversi. La coppia è ancora latitante: nella notte la polizia francese è giunta nella città di Reims nel nord del paese dove sembra i due avessero un rifugio. Sono state arrestate diverse persone ma dei due attentatori nessuna traccia. Ieri sera decine di migliaia di cittadini parigini sono scesi in piazza a manifestare per la libertà tenendo in mano matite, simbolo ormai della strage di Charlie Hebdo.