Aveva rifiutato le cure, con il sostegno della madre. Cassandra, una ragazza americana di 17 anni malata di linfoma di Hodgking, dopo due sedute di chemioterapia aveva deciso di sospenderle e rifiutare le cure. Assistenti sociali e medici curanti hannno insistito sostenendo che con un percorso di cure adeguate che comprende appunto anche la chemioterapia, Cassandra avrebbe dalle 80 all’85% di possibilità di sopravvivere, ma la giovane e la sua famiglia hanno sporto denuncia per violazione dei propri diritti. E’ arrivata adesso la sentenza della Corte suprema del Connecticut che ha invece stabilito che Cassandra deve farsi curare. Motivazione: non sarebbe mentalmente competente per prendere decisioni mediche di tale importanza. E’ la risposta alla richiesta degli avvocati di Cassandra, che invece giustificavano la scelta con il principio del “minore maturo” in grado cioè di prendere questo tipo di decisioni nonostante la minore età. Ecco quale era la linea della difesa: “E’ in gioco il diritto costituzionale di decidere in merito a cosa accade al proprio corpo, un fatto che il governo non può controllare”.