Lo scenario sta diventando internazionale, la grande offensiva finale fortemente voluta da Putin sta per trasformarsi in una guerra sul terreno con conseguenze imprevedibili. Mosca ha richiamato 150mila riservisti con la chiara intenzione di mandarli in Siria, mentre migliaia di soldati iraniani affiancati dagli hezbollah sono pronti a fare lo stesso. Una morsa a tenaglia che vuole nelle intenzioni chiudere definitivamente i conti con lo stato islamico, distruggendolo. Da parte americana si sono sollevate proteste per i primi raid aerei russi che avrebbero colpito in modo indiscriminato anche i ribelli anti Assad ma che combattono anche l’Isis, supportati dagli americani. Sarebbero dodici gli obbiettivi colpiti dagli aerei russi in modo indiscriminato tra le varie fazioni ribelli che combattono Assad. Mosca non ha comunque mai nascosto che il proprio obbiettivo è quello di riportare il contestato presidente siriano a riprendere il potere in tutto il paese. Condanne agli attacchi russi sono venute anche da Londra e Parigi. Nelle prossime ore è prevista una conferenza congiunta tra i vertici militari americani e russi. In Siria infatti data la presenza di velivoli statunitensi, è adesso possibile che russi e americani possano scontrarsi fra di loro se non si raggiunge un accordo.