Dopo il Regno Unito, anche l’Irlanda e Ucraina cancellano tutti i voli sul Sinai, escludendo dunque Sharm el Sheik da ogni collegamento diretto. La capitale del turismo egiziano rischia dunque il tracollo. A questi paesi si è aggiunta adesso di propria iniziativa anche la compagnia aerea low cost Easyjet che ha cancellato ogni volo diretto alla località del Mar Rosso. Easyjet è comunque di proprietà inglese e dunque si allinea alle decisione del governo britannico. Si fa sempre più strada l’ipotesi dell’attentato terroristico anche se il Cremlino invita ad aspettare i risultati dell’inchiesta in corso. I turisti che in passato sono stati all’aeroporto di Shamr el Sheik intanto lamentano la quasi totalità di mancanza di controlli di sicurezza da aprte degli addetti egiziani.



Le tesi continuano a rincorrersi, con l’ombra spaventosa dell’attentato sempre ben presente. Secondo gli ultimi rilevamenti degli esperti egiziani a causare la caduta dell’aereo di linea russo diretto a San Pietroburgo sarebbe stata l’esplosione improvvisa di uno dei motori. Ma fonti dell’intelligence americana nelle ultime ore, fonti che sono rimaste anonime e citate dalla Cnn, sostengono che l’esplosione sia stata causata da una bomba nascosta in una valigia. Ieri l’Isis aveva rilasciato alcuni messaggi in cui rivendicava ancora la responsabilità della tragedia come una vendetta contro l’intervento russo in Siria dicendo di avere le prove. “L’esplosione è stata forte  si sono disattivati contemporaneamente tutti i motori, cosa che ha provocato l’incendio e la distruzione del velivolo” è quanto dichiara la fonte anonima americana. Intanto il Regno Unito ha sospeso tutti i voli che fanno rotta sopra il Sinai dove si è verificato l’incidente. Due aerei cargo starebbero per partire dall’Inghilterra per andare a recuperare i circa ventimila turisti inglesi che si trovano al momento a Sharm el Sheik. E la Russia ha inviato in Siria un sistema missilistico in grado di difendere i propri aerei da eventuali attacchi da terra.

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