Si sapeva che le donne curde partecipano da tempo in prima linea nella guerra contro lo stato islamico. Sembra che i miliziani islamici siano particolarmente terrorizzati dal venire uccisi da una donna: secondo il Corano infatti chi muore per mano di una donna non ha diritto ai premi dell’al di là promessi invece a martiri, kamikaze e guerrieri uccisi da altri uomini. In un servizio riportato dal quotidiano inglese Daily Mail si viene adesso a sapere che in Siria esiste anche una milizia di donne appartenenti alla minoranza cristiana anch’esse impegnate nella guerra contro gli assassini dell’Isis. Il nome della milizia è lungo ma significativo: Female Protection Forces of the Land Between the Two Rivers, le forze femminili di protezione della terra tra i due fiumi, che sarebbero i territori compresi tra il Tigri e l’Eufrate, storicamente abitati dai siriani. Queste donne sono attive nel provincia siriana di Hasakeh, molte di loro sono sposate con figli ma non hanno esitato a prendere le armi per proteggere appunto i loro bambini. Sebbene ancora ridotto di numeri, la milizia ha già addestrato cinquanta combattenti esperti. Questi cristiani appartengono sia alla chiesa ortodossa che a quella cattolica e sono soliti pregare in lingua aramaica, l’antica lingua che parlava anche Gesù. Tra le azioni a cui hanno partecipato queste donne, quella che ha consentito la liberazione insieme alle forze curde e arabe della città di Al-Hol.