“L’Isis non è soltanto un gruppo armato ma un’ideologia capace di attraversare qualsiasi confine e di stringere patti con gli Stati. Prima di disintegrare con le bombe ha distrutto l’umanità di chi ne fa parte. E’ questo che dobbiamo comprendere se vogliamo sconfiggere il califfato. Il conflitto economico, mediatico e culturale è altrettanto importante di quello militare”. A parlare è Maria Saadeh, una leader cristiana siriana eletta nel Parlamento di Damasco. Martedì il presidente americano Obama ha invitato Putin ed Erdogan a smettere di litigare per combattere insieme l’Isis. Intanto, nella serata di ieri, una bomba è esplosa nella metropolitana di Istanbul, provocando un morto e diversi feriti.
Onorevole Saadeh, chi ha interesse a destabilizzare la Turchia?
Il terrorismo non si limita alle organizzazioni armate, ma è innanzitutto un’ideologia che sta distruggendo la cultura e i valori umani: non sempre la sua opera è un fatto materiale. L’ideologia dei terroristi è molto abile nell’attraversare le frontiere e può infiltrarsi ovunque, inclusa la stessa Turchia che sostiene il califfato.
Da dove trae origine la forza dell’Isis?
La sua forza deriva dal fatto di ricevere il sostegno delle potenze regionali e internazionali. Può essere un sostegno militare, finanziario, logistico o mediatico. Esiste un partenariato tra le organizzazioni terroristiche e gli Stati finalizzato al mercato nero di reperti archeologici e petrolio. E’ da qui che derivano le risorse finanziarie dell’Isis.
Lei che cosa pensa delle accuse mosse da Putin a Erdogan nei giorni scorsi?
La Turchia ha diversi interessi in comune con l’Isis. Quando Erdogan si dice disposto a combattere contro il terrorismo non deve essere preso sul serio. Se si vuole formare una coalizione in grado di combattere il terrorismo, occorre avere degli obiettivi comuni. L’abbattimento dell’aereo russo da parte della Turchia ha dimostrato quali sono le vere intenzioni di Erdogan. Il punto è che la Russia, attaccando le risorse petrolifere dell’Isis, ha colpito gli interessi stessi di Ankara.
Prima dell’inizio della guerra civile Assad disse no alla costruzione di un gasdotto tra Qatar e Turchia. Qualcuno ha finanziato l’Isis anche per questo?
Non sono io a dirlo. Lo ha rivelato lo stesso vice presidente Usa Joe Biden nell’ottobre 2014, quando ha sottolineato che chi sostiene l’Isis sono Turchia, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Va inoltre chiarito che quanto sta avvenendo in Siria non è una guerra civile, bensì un conflitto internazionale. L’Isis è sostenuto da potenze straniere, e quindi è in atto un’aggressione straniera alla Siria.
Come valuta i bombardamenti da parte di Russia, Francia e Regno Unito?
E’ giusto che questi tre Paesi collaborino tra di loro, ma devono anche coordinarsi con il governo siriano se vogliono realmente sconfiggere l’Isis. Inoltre i bombardamenti da soli non bastano. Il terrorismo va combattuto anche a livello economico, per esempio abolendo le sanzioni contro la popolazione siriana. Sul piano della comunicazione, il terrorismo si combatte opponendosi a chi deforma completamente la realtà e diffonde i principi dell’estremismo. La vera questione quindi è in che modo Russia, Francia e Regno Unito stiano combattendo il terrorismo anche a questi due livelli.
E’ possibile iniziare un processo politico in Siria senza prima sconfiggere l’Isis?
Il processo politico non si è mai fermato, in quanto è in atto un grande cambiamento dal basso. La priorità oggi però è combattere l’Isis per difendere il nostro diritto a vivere. Dobbiamo salvare la nostra esistenza, la nostra presenza e la nostra vita.
Nella popolazione siriana chi sostiene Assad e chi vi si contrappone?
Il primo errore da evitare è pensare che la differenza sia religiosa o etnica. In Siria la convivenza religiosa ed etnica caratterizza tanto la società quanto la stessa struttura dello Stato. Inoltre l’intervento delle potenze straniere contro la popolazione siriana ha fatto sì che la maggioranza dei cittadini supporti Assad con ancora più convinzione di prima.
Com’è la vita a Damasco in guerra?
Ultimamente è meglio che in passato. Nella capitale la vita sta ricominciando come era prima, anzi meglio di prima. Le persone vogliono continuare la vita di tutti i giorni, qualsiasi sia stata la situazione nel Paese.
(Pietro Vernizzi)