Sono in macchina, on my way back home dopo aver trascorso qualche giorno in Minnesota. È freddo, tutto bianco di neve. Si è appena celebrata la festa del Ringraziamento, e l’aria è già quella di Natale. Quell’aria che vorremmo sentire tutti, come bambini. Ma San Bernardino ci strappa via da questa realtà e ce ne propone un’altra, radicalmente diversa.
La differenza purtroppo non la fa il caldo della California rispetto al freddo del Minnesota, e neppure il sole rispetto alla neve. La differenza è il nostro bisogno di felicità contro l’angoscia della morte. Come sottolineava un amico proprio questa mattina, ormai mi ritrovo a scrivere soprattutto necrologi. Ma se scriverne alcuni “ci sta”, con l’età che avanza e amici che via via se ne tornano in cielo, scriverne altri è frutto di una natura che sembra impazzita.
Che cosa sia successo e stia tuttora succedendo a San Bernardino non lo sappiamo. Forse vorremmo sapere che anche lì, tragicamente, il mistero della follia umana ha mietuto vittime innocenti. Paradossalmente, se ci sentissimo dire che questo è quanto è appena accaduto, così come l’altro giorno a Colorado Springs e in precedenza in tanti, troppi posti… ci sentiremmo quasi — perdonatemi l’espressione — rassicurati. Perché nessuno ama sentir parlare delle manifestazioni di violenza che una mente impazzita può porre in essere, ma tutti sono terrorizzati dall’idea che oscure forze del male, sotto forma di terrorismo, possono prevalere sul mondo dei buoni, che saremmo noi.
Intanto sono arrivato all’aeroporto. Ancora non si sa nulla, ma le prime voci che circolano non sono affatto rassicuranti. Un suv nero con tre uomini mascherati suona tanto di follia terroristica. Nessuno lo dice ancora, nessuno vuole sentirlo ma tutti lo pensano.
È tempo di Natale, quel tempo in cui una cosina piccola piccola viene ad abitare tra noi perché il male non possa mai prevalere, perché la nostra vita, ogni vita, che duri poco tanto, sia portatrice di frutti di letizia e di speranza. Mentre facciamo tutto quello che possiamo per difenderci dal male ingiusto, non possiamo non sentire come l’unico punto di certezza a cui affidarci sia quel bambino che nasce. A quel bambino affidiamo anche le vittime di oggi, a San Bernardino, in Medio oriente come nel più remoto angolo di mondo. Solo quel bambino può liberarci dal male.