La foto di un profugo siriano che vendeva penne per le strade di Beirut tenendo in braccio il figlio di pochi anni aveva fatto il giro del mondo grazie a un tweet di un giornalista. Era l’immagine della disperazione e della solitudine di tutti coloro che fuggono dalla Siria in guerra e devono raccogliere qualche centesimo per strada per far sopravvivere i propri figli. Per quell’uomo, Abdul Halim al-Attar, le cose sono cambiate. La foto infatti aveva così commosso il mondo che era partita immediatamente una campagna di raccolta fondi per aiutarlo. E pensare che lui non sapeva neanche di essere stato fotografato. Dopo tre mesi erano stati raccolti 188.685 dollari, quaranta volte di più dell’obbiettivo iniziale. Con quei soldi al-Attar ha detto che voleva non solo aiutare la sua famiglia, ma tutti i profughi come lui. Ha infatti usato la somma per aprire tre attività commerciali a Beirut che adesso danno lavoro ad altri sedici profughi siriani: una panetteria, un negozio di kebab e un ristorante. Ha poi usato altri 25mila dollari di quella somma per donarli a parenti e amici che vivono ancora in Siria. “Non è cambiata solo la mia vita, ma anche quella dei miei figli e di gente che vive in Siria” ha detto in una intervista.