Voto della maggioranza compatto (153 favorevoli). La prima legge di bilancio del governo Tsipras è passata senza lasciare vittime tra gli scranni del Parlamento. Finanziaria di austerità e tagli alla spesa di 5,7 miliardi e in aggiunta 2 miliardi di nuove tasse. Gli stanziamenti per le pensioni subiranno un taglio di 1,8 miliardi (un punto di Pil) e le spese militari verranno decurtate di 500 milioni. La legge prevede anche una recessione dello 0,7% per il 2016, ma è un dato ipotetico, tanto è indecifrabile la situazione economica a venire.
Nel suo discorso, Tsipras ha chiarito che la responsabilità della crisi va imputata ai precedenti governi. “Non avevano a che fare con uno sbaglio o un incidente, ma con un piano neo-liberale. Un piano che questo governo ha messo in dubbio durante le trattative e che continua a mettere in dubbio”. Obiettivo del mio governo – ha proseguito – è una profonda trasformazione del modello produttivo e sociale del Paese, il sostegno dei diritti del lavoratori, l’allargamento dello stato sociale, la protezione della proprietà pubblica e la giusta tassazione. “Questi obiettivi – ha concluso Tsipras – comportano il rovesciamento radicale dei rapporti sia nella nostra patria, sia in tutta l’Ue”.
Dunque, ancora una volta si è rivolto soprattutto ai suoi parlamentari, alcuni alquanto dubbiosi sulla legge di bilancio. Non ha parlato per il presente, ma per un futuro che ancora non si profila all’orizzonte. Certamente la finanziaria non segue la linea politica espressa dal primo ministro. Le linee guida di Syriza non sono contemplate in questa legge, dove si dovrà privatizzare, vendere proprietà pubbliche, tagliare le pensioni e ridurre le spese sociali.
È trascorso esattamente un anno da quando Tsipras era ancora all’opposizione ma portava le stigmate di futuro primo ministro. Un anno molto faticoso e doloroso. Tre votazioni per ritrovarsi al punto di partenza: tagli, tasse e Memorandum. Tre teste che Tsipras disse di voler tagliare. Cosa affermò nel 2014? “Noi aboliremo i Memorandum e apriremo nuove strade di speranza e prospettive in tutta Europa”. “Nella prossima legge finanziaria iscriveremo anche il debito di guerra”. “Voglio chiarire al popolo che la nostra legge finanziaria non verrà modificata dalla Troika con misure di austerità. Verrà modificata dal governo Syriza che espellerà la Troika, aprendo nuove strade di speranza per il Paese e il popolo”.
Un anno dopo, oggi è in arrivo la Troika, e il governo sta preparandosi per portare in Parlamento, non oltre il 18 dicembre, altre riforme previste nell’accordo di finanziamento. Tra le tredici voci, la più “pesante” sarà quella sulla previdenza sociale, e poi la gestione dei prestiti non esigibili, gli stipendi nel pubblico impiego, il nuovo fondo per le privatizzazioni, le nuove regole sulla tassazione e infine la privatizzazione della rete per il trasporto dell’energia elettrica. Tutte voci che dovranno essere discusse con la Troika. E per il momento le posizioni tra i due interlocutori sono distanti.