«Tsipras non cederà di un millimetro rispetto a chi vuole imporre l’austerità alla Grecia. È questa la differenza tra lui e Renzi, che parla di crescita ma poi nei fatti si inchina sempre ai diktat della Merkel». A spiegarlo è il giornalista greco Dimitri Deliolanes. “Mi impegno a rispettare in pieno il programma del partito con cui ho vinto le elezioni – ha dichiarato Alexis Tsipras intervenendo di fronte al Parlamento greco -. La Grecia vuole pagare il suo debito, ma vuole raggiungere un’intesa comune con i partner per l’interesse di tutti”.



Ritiene che il programma economico di Tsipras avrà successo?

Come ha ribadito anche in Parlamento, il programma economico del governo greco sarà il risultato dei negoziati con l’Ue, che dovrà metterci buona parte dei capitali. Per ora Tsipras si è limitato ad annunciare il programma degli interventi immediati per l’emergenza umanitaria. Il governo darà da mangiare a 400mila famiglie che non hanno reddito, garantirà loro la corrente elettrica, fornirà una copertura sanitaria e consentirà l’utilizzo dei mezzi pubblici senza pagare.



Perché il ministro greco Varoufakis ha detto che “anche l’Italia è a rischio bancarotta”?

Francamente non so perché Varoufakis abbia fatto questa affermazione. Probabilmente ciò che ha voluto sottolineare è che anche l’Italia ha enormi problemi di debito, e che quindi una sistemazione definitiva come propone Atene converrebbe anche a Roma. È probabile che il ministro greco abbia avuto dei colloqui confidenziali con alti funzionari italiani, anche se non era certamente il caso di divulgare queste notizie riservate.

Il governo greco è deluso per una mancanza di solidarietà nei suoi confronti da parte dell’Italia?



È ancora presto per dirlo. Se ci sia solidarietà o meno da parte dell’Italia lo si vedrà nell’Eurogruppo, nel Consiglio Ue e nel corso delle trattative. Il problema è che il governo italiano ha un atteggiamento molto disponibile a parole nei confronti dello sviluppo, ma poi fa tutto quello che vogliono Berlino e la Troika. Si spera che alla fine Renzi intuisca qual è il desiderio della stragrande maggioranza del popolo italiano e segua le indicazioni.

Secondo il professor Carlo Pelanda, Juncker e la Merkel riusciranno a fare star buono Tsipras con dei “contentini”. Lei che cosa ne pensa?

Sono tutte stupidaggini. Domenica Tsipras ha impressionato il popolo greco e ha raggiunto livelli di sostegno e di consenso che nessuno aveva mai raggiunto prima di lui. È stato il primo leader europeo che nelle dichiarazioni programmatiche del suo governo ha ripetuto in modo chiaro ed esplicito quello che aveva promesso nel periodo pre-elettorale. Per la politica è una grande rivoluzione, e mi domando quindi perché dovrebbe cambiare idea.

 

La Germania e la Troika faranno di tutto per fargli cambiare idea…

E che cosa possono fare, corromperlo? Questi personaggi, abituati a trattare con governi corrotti e con gente indegna come i premier che hanno governato in Grecia durante la crisi non hanno capito con chi hanno a che fare.

 

E con chi hanno a che fare?

Con un governo che non è disposto a cedere sulla questione essenziale, cioè sul no all’austerità. Se cedesse su questo punto, Syriza perderebbe il consenso di tutti e sarebbe morto politicamente. Su questa linea rossa ha il sostegno di tutti. In Grecia non c’è una sola persona che voglia l’austerità. Mi domando quindi quale sia “l’arma” della Merkel. L’unica cosa che possono fare è espellere Atene dall’Eurozona. Ci provino se ne hanno il coraggio, sarebbe divertente vedere questo spettacolo perché la conseguenza sarebbe l’implosione dell’Eurozona stessa. Sono convinto che in quel caso neanche l’Ue resterebbe in piedi.

 

Che cosa ne pensa del modo in cui i media italiani stanno seguendo la crisi greca?

La Stampa ieri ha titolato in prima pagina: “Tsipras aumenta la spesa pubblica”. I media italiani o sono in malafede o non hanno capito che cosa sta avvenendo.

 

Quindi Tsipras non intende aumentare la spesa pubblica?

No, il premier ha parlato esplicitamente di pareggio di bilancio. L’aumento della spesa pubblica è un’invenzione. Tutto ciò che intende fare è utilizzare le riserve di cui dispone la Grecia per aiutare le famiglie più povere, per impedire che la gente muoia di fame, per reintegrare i dipendenti che sono stati licenziati in modo illegale.

 

Lei come vede la carta di un’eventuale alleanza con la Russia?

È una carta estrema e clamorosa, ed è molto difficile che sia calata sul tavolo. Sicuramente si troveranno soluzioni soddisfacenti all’interno dell’ambito europeo e Atene non avrà bisogno di allearsi con Mosca. Ma se proprio la situazione dovesse sfuggire di mano, la stragrande maggioranza della popolazione greca vedrebbe questa ipotesi con grande favore. Facciamo parte dell’Alleanza Atlantica, ma questo non ci serve assolutamente a nulla, in quanto la Nato non ci difende da chi ci minaccia veramente, cioè la Turchia.

 

In che senso la Turchia minaccia la Grecia?

La Turchia avanza rivendicazioni territoriali contro la Grecia sull’Egeo. Occupa inoltre un terzo di Cipro, che è molto legata alla Grecia dal punto di vista culturale e nazionale. Ma soprattutto ha un atteggiamento aggressivo e minaccioso nei confronti di tutti i suoi vicini. Ankara non riconosce il diritto internazionale, ignora volutamente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e il suo ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu è giunto a teorizzare la restaurazione dell’Impero Ottomano.

 

(Pietro Vernizzi)

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