“Lo scopo non dichiarato di Putin è di riportare sotto l’influenza economica e politica della Russia non solo l’Ucraina ma tutti gli Stati dell’ex Unione Sovietica, privandoli della loro piena sovranità”. Lo afferma Konstantin von Eggert, ex capo dell’ufficio di Mosca della BBC, secondo cui “l’obiettivo strategico del Cremlino rende estremamente difficile qualsiasi accordo duraturo con i Paesi Nato, anche se non è escluso che le due parti accettino una tregua tattica di breve durata”. Oggi iniziano i colloqui di Minsk che vedono coinvolti i leader di Ucraina, Russia, Francia e Germania. Anche se nella giornata di ieri gli scontri in Ucraina sono proseguiti con un missile che ha provocato sette vittime nella sola città di Kramatorsk.
Quali probabilità di successo ha la mediazione di Merkel e Hollande?
C’è una chance di raggiungere un accordo, anche se non ritengo che questo accordo sarà duraturo perché l’obiettivo della Russia è quello di avere un’Ucraina totalmente dipendente e che goda di una sovranità limitata. Lo scopo di Kiev invece è quello di riacquistare il pieno controllo del suo destino. Non penso che né Mosca né Kiev cambieranno il loro atteggiamento, e questo vuol dire che ci sono ben poche speranze di un compromesso. Non mi aspetto quindi nulla di sostanzialmente nuovo dai colloqui di Minsk di oggi.
Davvero ritiene che Putin voglia conquistare anche la parte filo-occidentale dell’Ucraina?
L’obiettivo del Cremlino è quello di creare un’Ucraina totalmente dipendente e con una sovranità limitata. La posta in gioco non è conquistare qualche territorio in più o in meno, ma creare un’Ucraina sotto il controllo russo dal punto di vista politico ed economico. Diversa è la questione che riguarda gli obiettivi raggiungibili nel breve-medio termine, ma lo scopo nel lungo termine lo scopo del Cremlino è quello che ho descritto anche se è molto difficile da ottenere.
Se vincerà in Ucraina, Putin minaccerà anche Paesi Baltici, Polonia e Romania?
Questi Paesi fanno parte della Nato, e attaccarli rischia di scatenare una guerra europea. Francamente però sei o otto mesi fa ero totalmente convinto che questo scenario non si sarebbe mai verificato, mentre ora ci sono dei piccoli segnali del fatto che una guerra di vasta portata potrebbe verificarsi.
Che cosa ne pensa del piano Usa di fornire armi all’Ucraina?
Non credo che la Casa Bianca abbia ancora deciso di attuare questo piano. Molto dipenderà dall’esito dei negoziati di Minsk previsti per oggi. Se questi colloqui porteranno ad accordi di buon livello, gli Stati Uniti non forniranno armi all’Ucraina. Se invece saranno un fallimento, allora ci saranno pressioni molto forti sul presidente Obama affinché avvii la fornitura di armi all’esercito di Kiev, e non credo che Obama stesso riuscirà a resistere molto a lungo a questo tipo di pressioni.
Ritiene che la politica della Nato nell’Est europeo sia stata eccessivamente aggressiva? I missili in Polonia sono stati uno schiaffo a Putin?
Questo è un argomento che è stato usato a lungo per sostenere la posizione russa. Gli americani dal loro punto di vista hanno però percepito che gli Stati sovrani hanno il diritto di prendere le loro decisioni per quanto riguarda le loro soluzioni difensive. Ma la Russia non riconosce il diritto degli Stati ex Sovietici, specialmente dell’Ucraina, a una piena sovranità. Questo è il principale motivo per cui la Russia non riesce a trovare un accordo con la Nato.
Quali sono i “punti deboli” di Putin sui quali possono fare leva la Merkel e Hollande nei negoziati?
In primo luogo la Russia non vuole confrontarsi militarmente con la Nato. In definitiva l’unico modo per convincere Putin a interrompere la sua politica in Ucraina è metterlo sotto pressione dal punto di vista della politica interna. La guerra in Ucraina, combinata con la crisi economica e con le sanzioni occidentali, possono mettere in dubbio qualsiasi futuro politico in Russia.
Che cosa ne pensa delle sanzioni economiche?
Le sanzioni economiche sono state efficaci nei confronti del sistema delle banche e sull’economia russa, soprattutto perché ciò è avvenuto in simultanea con la crisi economica. E’ un fatto indiscutibile che le sanzioni abbiano funzionato.
(Pietro Vernizzi)