Sono resoconti terribili quelli diffusi da Human Rights Watch a proposito di quanto successo nel martoriato Sudan lo scorso mese di ottobre. Attraverso testimonianze raccolte tra le vittime, Human Rights denuncia lo stupro di massa di circa duecento donne nel giro di soli tre giorni a opera dei soldati dell’esercito sudanese. Un attacco sistematico e organizzato, viene definito con particolari come questo: “Le hanno violentate una a una. Un soldato le picchiava mentre un altro le stuprava quindi passavano alla donna successiva”. Lo stupro di massa è avvenuto nella cittadina di Tabit a sud di Darfur, alla fine di ottobre dello scorso anno. Le donne di intere famiglie sono state violentate, madri e figlie tutte insieme, alcune anche di soli 11 anni di età, molte sono state stuprate più di una volta. Alla base di tutto le inesistenti accuse ai cittadini del villaggio di essere sostenitori dei ribelli e di essere coinvolti nell’uccisione di un soldato scomparso. Gli uomini, mentre il delirio di violenze si consumava, erano stati portati fuori del villaggio e picchiati violentemente. 



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