Come già riportato in precedenza anche su ilsussidiario.net, la legge penale dell’Arabia Saudita, il principale paese arabo alleato dell’occidente nonché custode stesso dell’Islam, segue le stesse procedure applicate dallo Stato islamico, inclusa la decapitazione dei condannati a morte. Si tratta per quanto riguarda i sauditi della scuola islamica sunnita del Wahhabismo che prevede in sostanza l’osservanza rigorosa del Corano. Lapidazione, amputazioni, frustate, pene corporali e decapitazione sono dunque previste nell’ordinamento saudita, naturalmente con meno frequenza di quanto faccia l’Isis. Un ventenne è stato adesso condannato a morte dal tribunale saudita in quanto ha rinunciato pubblicamente all’Islam, cosa che è rigorosamente vietata A ogni appartenente a quella religione. Si tratta infatti di apostasia che richiede la condanna a morte per chi ne faccia atto. Non solo: il giovane si è anche fatto riprendere in un video in cui straccia una copia del Corano e lo pesta con le scarpe, atto di estrema blasfemia.